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Arcidiacono: “Lascerò Messina solo se promosso. Ho già fatto il centravanti”

Nuovi rimpianti dopo un’altra occasione persa per avvicinarsi ai quartieri alti della classifica. L’attaccante dell’Acr Messina Pietro Arcidiacono, entrato nel secondo tempo della gara pareggiata (2-2) con la Gelbison, non nasconde tutto il suo rammarico, ospite della trasmissione televisiva “Contropiede”: “È la quarta partita in cui mettiamo sotto gli avversari e li schiacciamo dietro la linea della palla. Non la chiamo sfortuna, stiamo lavorando tanto in settimana, ma evidentemente ancora non basta. Abbiamo in rosa gente esperta con campionati vinti sulle spalle. Se le palle gol di Sabatino o Cristiani fossero entrate sicuramente avremmo raccontato ben altra gara, ma per adesso gira così. Riprendiamo a testa bassa negli allenamenti”.

Arcidiacono
Arcidiacono fa festa con il pallone sotto la maglia

“A volte in campionati come questo – ha spiegato Arcidiacono negli studi di Tcf  è più facile lanciare lungo e sfruttare gli episodi per ottenere gol rocamboleschi. Mister Novelli sapeva di poter trovare un campo pesante e aveva pensato a varianti per attaccare la profondità dagli esterni. Il campo ha tenuto e noi prediligiamo sempre giocare palla a terra, non lo fa nessuno in D. Se tutti i giocatori la pensano allo stesso modo è più facile arrivare ai risultati che vuole l’allenatore. Il mister lo ritrovo a distanza di dieci anni da quando ero a Sorrento: le sue idee di gioco mi piacciono tanto ed esaltano le giocate degli esterni come me”.

L’atteggiamento della Gelbison, che anche in superiorità numerica ha badato soprattutto a difendersi, non ha di certo agevolato il compito dei peloritani: “I problemi diminuiscono per noi se le squadre avversarie si allungano e ci attaccano alti perché usciamo palla al piede, mentre aumentano se si mettono tutti dietro la linea della palla. Nelle nostre gare interne l’atteggiamento avversario cambia perché loro la domenica prima giocato con tre davanti, mentre a Messina ha adottato un 3-5-2 abbottonato. Purtroppo se tutti la pensassero come il nostro mister ci divertiremmo di più a livello di spettacolo”.

Uliano
Il rigore trasformato da Uliano per la Gelbison

Ad incidere sul risultato l’espulsione di Foggia che ha lasciato in 10 i giallorossi già alla fine del primo tempo e qualche altro episodio che l’attaccante catanese mette in evidenza: “Sul primo gol non do colpa a Lai, è stato bravo Uliano a calciare bene. Sul penalty Foggia voleva coprire il volto ma il calcio di rigore è giusto anche perché la distanza non era ravvicinata e Ciro ha allargato troppo il braccio. L’esecuzione, però, andava ripetuta per la netta invasione in area di Maiorana. La seconda ammonizione invece non ci sta: lo stesso arbitro ha ammesso che non ricordava di averlo già ammonito ad inizio gara”.

La punizione di Bollino, a segno per l’1-1 con l’ausilio di una deviazione, ha fatto sorridere sui social per il curioso siparietto che ha portato alla scelta del tiratore. Tra i battitori dei calci piazzati c’è tanta concorrenza, Arcidiacono preferisce lasciare ad altri compagni l’incombenza: “Generalmente le punizioni le battono Bollino o Aliperta, ma il secondo essendo tornato da poco in campo dopo un lungo stop ha preferito lasciare il compito al primo. È giusto che le calci chi ha un tiro forte e anche Addessi le può tirare bene. Lascio questo compito a loro, mi tiro fuori e penso a fare altro in campo”.

Bollino
Bollino celebra la sua rete con i compagni

L’azione del 2-2, invece, la descrive così: “Sul gol di Addessi ho fatto la sponda a Sabatino, che ha crossato in mezzo: lui era più avanti onestamente, ma il loro terzino ha tenuto in gioco Simone. In allenamento proviamo spesso questo scarico con lancio dalla trequarti e ci è riuscito bene in questa occasione”.

Non manca, però, un pizzico di autocritica nelle parole dell’ex del Potenza, autore sin qui di una sola rete. Da tutto l’attacco del Messina ci aspettava qualcosa in più: “Sono consapevole di avere fallito qualche gol. Ho sbagliato sotto porta alla prima giornata contro il Cittanova e poi nella trasferta di Rotonda, dove ho rimediato pure un’espulsione. Comunque sono fiducioso perché arriviamo lì davanti e creiamo tanto. Capisco i tifosi: una squadra di valore come la nostra non può aver segnato solo otto gol, dobbiamo fare di più”.

Arcidiacono e Bollino
Arcidiacono e Bollino in allenamento

La squalifica di Foggia e l’infortunio di Manfrellotti gli caricheranno addosso il peso dell’attacco contro il Roccella. “Dobbiamo segnare per vincere. Facciamo tutto bene, ma ci manca fare la cosa più importante sotto porta. Aspettiamo Manfrellotti, ma se per via delle assenze in attacco a Roccella dovrò giocare da centravanti lo farò, come già successo a Martina Franca e a Foggia. Il mister deciderà come disporci in campo. Nonostante il diverso valore tecnico e la classifica si fa fatica in questi campi: non sarà facile, ma di certo dobbiamo vincere a tutti i costi e giocare il meglio possibile”.

Il derby è andato all’Fc Messina che al momento precede di quattro lunghezze in classifica l’Acr. Arcidiacono ha un legame speciale con un elemento chiave dell’altra squadra cittadina: “Al Fc ho un caro amico come Agnelli, che ho conosciuto a Foggia. In Puglia ha fatto la storia, portandoli dalla D alla serie B. È un capitano vero e un giocatore forte. Era alla Pergolettese e ora si è accasato in D. Purtroppo con le regole attuali tutti facciamo fatica e magari ci ritroviamo senza squadra ma onestamente a loro non ruberei nessun calciatore”.

Arcidiacono
Arcidiacono con la maglia dell’Acr nel 2018 (foto Nino La Macchia)

L’auspicio dell’attaccante è che alla fine del campionato ad esultare possa essere l’Acr. Nel mirino c’è il ritorno tra i professionisti: “A mia moglie dico sempre che fin quando non andiamo in Lega Pro da Messina non mi muovo, anche perché mia figlia Elisa è nata da poco proprio qui. Ho ancora qualche anno di carriera. Appena sono andato via, dopo quattro mesi sono tornato perché qui sto bene. In estate ammetto di essere stato cercato anche dal Fc, complice la mia amicizia con Giuffrida. Siracusa e Giarre erano pure molto interessate, ma volevo rispettare il mio contratto che scade a giugno. Spero che il mio terzo anno a Messina sia finalmente l’anno giusto”.

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