La sfida tra le due principali delusioni del torneo è terminata in pareggio. E forse era inevitabile se si considera che Ischia e Messina in coppia di segni “ics” ne hanno collezionati addirittura ventuno nelle prime diciotto giornate di torneo: ben undici i campani, dieci i peloritani. Due formazioni che hanno vinto i rispettivi gironi di serie D, quasi senza rivali, non sono riuscite a ripetere la cavalcata trionfale dell’anno precedente. I gialloblu fino a domenica hanno sempre rinnovato la loro fiducia nel condottiero Campilongo, la cui panchina inizia però a traballare nonostante l’ottavo posto che vale l’accesso alla prossima serie C unica sia distante adesso appena un punto.
I giallorossi, invece, il cambio in panchina lo hanno già operato, ma dopo l’innegabile scossa successiva alla rinuncia a Catalano attendono ancora il conforto dei numeri. Grassadonia ne ha ottenuti cinque in quattro uscite, l’ACR ne ha raccolti appena 19 punti in diciotto gare. Il campionato è appena arrivato al giro di boa e le cinque lunghezze di margine dell’Aversa Normanna rappresentano un gap ampiamente recuperabile. Il Messina dovrà però ritrovare il cinismo delle grandi squadre e magari anche un po’ di coraggio, dal momento che anche ad Ischia è mancato il colpo del ko contro un avversario in evidente difficoltà, psicologica e tecnica. La panchina se ne era accorta e non a caso il gol è stato preceduto dall’ingresso di un quarto centrale di ruolo, Cucinotta, al posto di un cursore di fascia, Caldore.
La gara che avrebbe potuto regalare il quarto acuto stagionale in trasferta, il terzo in campionato, è comunque coincisa con alcune importanti indicazioni. Sembra vincente la scelta di ridare minutaggio a capitan Corona, già decisivo partendo dalla panchina. “Re Giorgio” ha firmato una delle migliori giocate del match, offrendo un grande assist a Costa Ferreira, secondo miglior marcatore di squadra con quattro reti. Il portoghese è tra le piacevoli rivelazioni del campionato insieme a Silvestri e sta mostrando un’ulteriore crescita rispetto alla già positiva stagione d’esordio. Positiva è stata la prova della retroguardia, rinforzata con l’innesto di Pepe, che non a caso si è meritato le attenzioni del Chievo Verona, che si è assicurato metà del cartellino precedentemente di proprietà della Paganese. Incoraggiante anche la “prima” di Caturano, che ha però rimediato un cartellino giallo che gli costerà l’immediata squalifica dal momento che era già in diffida dopo le tre ammonizioni rimediate a Caserta. Per centrare l’obiettivo stagionale il Messina dovrà prima di tutto limitare le disattenzioni della retroguardia, ormai stabilmente a tre dopo la conferma del modulo già varato da Catalano e punita ad Ischia sull’unico vero svarione dell’intero pomeriggio. E dovrà soprattutto sfatare il tabù San Filippo, dove sono arrivati ben sei pareggi a fronte dell’unica, peraltro sofferta, affermazione con l’Arzanese fanalino di coda, protagonista di una reazione d’orgoglio contro un Martina Franca che anche in Puglia non era certo apparso irresistibile.
Nonostante le rinunce a Chiaria, il cui rendimento non era stato per la verità così negativo, e Lasagna, che hanno allungato la lista degli “epurati”, che già comprendeva Guadalupi, Gherardi, Guilana, Piovi, Scoponi e Di Stefano, lo staff tecnico potrà contare su una discreta varietà di opzioni in vista della sfida con il Tuttocuoio, una delle rivelazioni stagionali la cui classifica è però drasticamente peggiorata nell’ultima mese. Per ottenere i tre punti ed il sorpasso in classifica i peloritani potranno fare i conti anche su De Bode e Guerriera, che torneranno a disposizione dopo un turno di squalifica, e sul terzo neo-acquisto, il centrocampista Franco, che si candida a contendere una maglia a Bucolo, Maiorano e Ferreira nonostante la giovanissima età. La società ha programmato almeno un altro innesto per reparto e quindi dal punto di vista delle alternative il girone di ritorno dovrebbe essere finalmente in discesa per il Messina di Grassadonia.