Valerio Anastasi era ancora una volta il calciatore più atteso in casa Messina e non ha certo deluso le aspettative: “Era una partita importantissima. Dopo un derby come quello di domenica, giocato bene, sapevamo che sarebbe stato più difficile preparare questa. Non c’erano le stesse motivazioni. Abbiamo giocato bene nel primo tempo. Nella ripresa invece abbiamo fatto fatica a salire, pagando un calo fisico. Non siamo riusciti a gestire il pallone come avremmo voluto e a ripartire in contropiede. Abbiamo sbagliato qualcosa ma come aveva detto anche il mister, contavano soltanto i tre punti”.
A Catania tanta panchina, nell’ACR i galloni di titolare conquistati anche grazie a una condizione in crescendo: “Sto molto meglio fisicamente rispetto alle prima partite. Riesco ad appoggiare il pallone ai compagni, ho più forza da sfruttare sul campo, sono efficace nei contrasti o quando vado a saltare. E con i denti abbiamo strappato un risultato fondamentale”.
Il cambio di proprietà sembra finalmente regalare rinnovata serenità in ottica futura: “Chiaramente io non c’entro con la situazione precedente, legata alle mancate retribuzioni. Quando sono arrivato c’era un po’ di ansia e durante la settimana si parlava soltanto degli stipendi e questo ti toglieva energie nervose. Adesso la situazione è più tranquilla, anche perché la società vuole saldare tutti gli arretrati ai tesserati”.
Continuano a sprecarsi i paragoni con Pozzebon, che Anastasi non vuole commentare: “A me non interessano le chiacchiere da bar onestamente. Io penso a lavorare, perché so che devo migliorare e già l’ho fatto rispetto a quando sono arrivato. Sono già contento così”.
Quello che manca al Messina sono i punti in trasferta, dal momento che ne sono arrivati appena cinque (!) sui trenta complessivi: “Abbiamo un’occasione già domenica a Caserta. Dobbiamo pensarci da oggi a quella partita e iniziare a prepararla bene. Abbiamo visto peraltro i risultati delle altre, hanno vinto sia la Reggina, che il Catanzaro e il Melfi”.
Il 26enne catanese ha spiegato poi il perché della sua esultanza, che lo ha visto demolire a calci due cartelloni pubblicitari: “C’era tutta la mia rabbia perché avevamo offerto buone prestazioni, raccogliendo poco. Avevamo sbagliato qualche occasione, me la sono tenuta dentro e l’ho sfogata così”.
Perfetta la sua esecuzione sul gol partita, scaturito da un cross al bacio di Foresta: “Avevo avuto una prima occasione di testa e non l’avevo indirizzata bene. Quello è il mio pane: devo anticipare il portiere su quelle palle, sfruttando la mia altezza sulle uscite. State imparando a conoscermi: sono un attaccante che gioca per la squadra, soprattutto nel primo tempo ho appoggiato qualche pallone in più ai compagni e poi sono calato come il resto dei compagni”.