Se non è un anno zero poco ci manca. È un Sant’Agata quasi tutto nuovo di zecca quello che è ritrovato al “Biagio Fresina” agli ordini di mister Leonardo Vanzetto, per iniziare la preparazione in vista del terzo campionato di Serie D consecutivo. L’obiettivo di questi primi giorni di lavoro è presto detto: dimenticare i fasti della passata stagione conclusa al quinto posto e con la sfida playoff di Cava dè Tirreni, per non perdere di vista la reale dimensione di un club divenuto più che mai il fiore all’occhiello della provincia messinese.
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Il vice-sindaco di Sant’Agata Calogero Pedalà e il direttore generale Gianluca Amata (foto Marta Ignazzitto)
Com’è noto, la società nebroidea ha dato fiducia a Vanzetto, fino a pochi mesi fa fido collaboratore di Mimmo Giampà e adesso “promosso” alla guida della prima squadra. Quattro i confermati, Cicirello, Calafiore, Squillace e Gallo. che affiancano giocatori tutti da scoprire come Gianluca Napoli, il francese Louis Démoléon, l’ex Trapani Francesco Bonfiglio e il portoghese Gaspar Monteiro.
Il direttore generale Gianluca Amata rimarca il lavoro svolto dal gruppo dirigente negli ultimi anni: “La nostra stagione è iniziata già i primi di luglio, ma con la preparazione c’è lo start vero e proprio. Potremo seguire la crescita del nuovo gruppo e il lavoro dello staff: c’è voglia di fare bene per il paese. In ambito tecnico e logistico ci siamo creati una certa credibilità, calciatori e tecnici ricordano bene l’esperienza a Sant’Agata. In questa categoria eravamo dei novellini e adesso siamo una realtà”.
Amata mette in conto alcune difficoltà per via dei profondi cambiamenti che ha avuto la rosa rispetto allo scorso campionato: “Ricreare tutto da zero o quasi non è mai facile. Il gruppo dello scorso anno è stato favoloso e non smetterò mai di ringraziarlo sia pubblicamente che privatamente. Si è concluso un ciclo e molti hanno capitalizzato la crescita avuta qui a Sant’Agata: c’è chi è andato a guadagnare di più in società con obiettivi diversi e chi ha optato per esperienze fuori dalla Sicilia. Stiamo ripartendo, stiamo facendo scouting vero. La squadra sarà nuova al settanta per cento e metterla in piedi in venti giorni non è facile, ma il direttore grazie alla sua conoscenza e competenza ha allestito una rosa che già così è importante. Poi tutto va tradotto in prestazioni, spogliatoio e qualità tecnico sportive”.
Sulle finanze societarie pesa una poco florida situazione economica generale: “Ci sono delle difficoltà con gli operatori economici, ma c’è voglia di stare vicini a squadra e società. Siamo impegnati in tanti settori ma è un momento economico che porta anche sponsor importanti a ridimensionare il loro supporto. Non è facile far crescere il marchio. ma stiamo arrivando comunque a quella cifra che ci consente di autofinanziarci. Non ci sono grossi imprenditori che finanziano in toto l’attività: il nostro è un puzzle dove, con le dovute proporzioni, ci sono centoventi aziende impegnate nel mantenimento dell’attività”.
Amata riporta anche con i piedi per terra chi, dopo lo scorso anno, immagina che il Sant’Agata possa ambire a qualcosa in più della salvezza: “Essendo espressione di un territorio cerchiamo di soddisfarlo ma dobbiamo riportare con i piedi per terra chi pensava che il Sant’Agata potesse alzare l’asticella e i traguardi. Questa società fa la serie D perché il gruppo dirigente lo ha voluto fortemente forse anche quando l’ambiente non era pronto. Senza presunzione è un risultato da attribuire alla società. Cercheremo di ottenere il prima possibile la salvezza in un campionato che, eccezion fatta per Palermo e Messina, ci vede al pari di tutte le altre siciliane. La categoria è un patrimonio da salvaguardare anche pagando il biglietto o sottoscrivendo l’abbonamento. Abbiamo dei limiti che ci impone il nostro budget, rappresentiamo un certo bacino d’utenza e di conseguenza tutto va tutto direttamente proporzionato. Garantiamo credibilità e serietà”.
Il direttore generale nebroideo, infine, si augura che il “Fresina” possa ospitare una maggiore cornice di pubblico: “Non mi aspetto il pienone tutte le domeniche. C’è un distacco rispetto al calcio dilettantistico a prescindere dalla situazione del Sant’Agata, non siamo più negli anni 80’ dove a un’ora dall’inizio della partita c’erano gli spalti stracolmi ovunque si andava. L’auspicio però è quello di vedere comunque incrementata la media spettatori della passata stagione. In alcune partite eravamo in pochi intimi, metteremo in campo delle iniziative. Calore, appartenenza e identità sono i valori che mi auspico di vedere attorno alla squadra”.