Ventinove trofei in carriera per l’assistente allenatore peloritano: “In Sicilia abbiamo vinto i playoff da sesta testa di serie”. Sedici gli anni in Veneto, in una squadra che ha monopolizzato l’albo d’oro: “Tra il 2005 e il 2018 soltanto una volta abbiamo mancato l’accesso alla finale scudetto”. Gli inizi a Messina, dividendosi col settore maschile: ”Con Cestistica e Amatori due belle stagioni con un ottimo seguito di pubblico. Ho guidato in A2 una Rescifina con un’identità giovane”.
Partito da Messina, è diventato all’inizio degli anni duemila un’icona in Veneto, in quella Famila Schio che rappresenta ormai a pieno titolo la società di riferimento nel basket femminile italiano. Nove dei dieci scudetti messi in bacheca dalle arancionere, Giustino Altobelli li ha conquistati in panchina col suo ruolo di assistente allenatore che lo ha portato nelle sedici stagioni consecutive al suo attivo a comporre lo staff tecnico al fianco di allenatori di spessore come Coppa, Orlando, Procaccini, Lasi, Vincent e Mendez.
Ancora profondamente legato alla nostra città, dove attualmente risiede, evidenzia come la sua carriera sia proprio partita in riva allo Stretto permettendogli di sviluppare tutte quelle nozioni e il modo di vedere la pallacanestro che poi lo hanno contraddistinto da apprezzato addetto ai lavori.
Non dimenticando il prezioso apprendimento da maestri come Fotia e Tracuzzi. “A metà anni ottanta ho guidato in città il settore giovanile della Liberi Sportivi, in seguito ho aggiunto anche l’esperienza in C1 maschile da secondo di Nicola Certo con la Cestistica Messina oltre a due selezioni juniores. In più mi dividevo con lezioni Isef a Catania. L’anno successivo sono tornato al settore rosa con la Liberi Sportivi del presidente Gumina, partendo dalla serie C e arrivando sino alla A2 disputata dalla Rescifina, che ne acquisì il titolo sportivo. Non conclusi la stagione perché nonostante il piazzamento ci permettesse l’accesso alla poule promozione fui esonerato dopo la sconfitta nel derby con la Pcr, che quell’anno salì da prima classificata in A1. Infine vanto una stagione in C1 all’Amatori Messina del presidente Dispenzieri con un roster composto esclusivamente da ragazzi di Messina, che giocavano sempre di fronte ad un caloroso pubblico della Juvara. Sottolineo inoltre nel 1990 il secondo posto ottenuto con la selezione siciliana al Trofeo delle Regioni”.
Il 1996 è un anno molto importante per il tecnico messinese, perché riceverà la chiamata da un guru come Santino Coppa per affiancarlo a Priolo. “Sono stati sette anni intensi di A1, in cui spesso le idee gestionali dovevano anche sopperire a un budget non elevatissimo. Lo scudetto in Sicilia del 1999 lo ritengo un autentico miracolo: da sesti del tabellone, dopo aver eliminato anche la Rescifina nel derby, incrociammo in finale proprio Schio, che invece aveva eliminato la sua “bestia nera” Como. Il successo arrivò in gara-4 in Veneto: posso dire quindi che tutti i miei scudetti li ho conquistati sul parquet scledense. Inoltre a Priolo siamo approdati in finale di Coppa Ronchetti, altro evento storico per la società e la pallacanestro siciliana, dopo la precedente Eurolega conquistata dalle biancoverdi nel 1990”.
Nel 2003 si trasferì insieme a Coppa (e alla big Susanna Bonfiglio) proprio alla Famila Schio, per iniziare un progetto vincente che di fatto la porterà alla ribalta delle cronache nazionali, diventando la squadra più titolata d’Italia. Il segreto delle innumerevoli vittorie è ben individuabile secondo Altobelli: “In sedici anni abbiamo centrato nove scudetti, altrettante Coppe Italia e Supercoppe, una Fiba Cup oltre a due Final Eight di Euroleague. Sommo 706 partite in massima serie e oltre duecento in ambito europeo. Devo ringraziare la proprietà guidata da Cestaro, che mi ha concesso una grande continuità tecnica durante tutti questi anni. Il primo scudetto conquistato insieme a Fossati ha una grande valenza perché ha segnato l’inizio di un’egemonia proseguita negli anni a venire e coincisa con tredici finali su quattordici edizioni del torneo. Ricordo la felicità della gente per quel primo titolo. Soltanto l’ultimo anno, prima della decisione della proprietà di cambiare lo staff, ho guidato le ragazze dell’Under 18, arrivando alla finale nazionale ad otto”.
Numeri che non si improvvisano, capacità sviluppate nel tempo dal management veneto, corroborate anche da un tessuto sociale certamente produttivo e ricco di risorse: “La base economica e la solidità rappresentano una certezza che ti fa lavorare bene. La società ha sempre reperito sul mercato le atlete top per il nostro paese, che al contempo erano di prima fascia anche per l’Eurolega: questo nessuno poteva permetterselo in Italia. Tra le italiane i colpi di mercato di forte impatto sono stati sicuramente Raffaella Masciadri, che poi ha concluso proprio a Schio la sua carriera, e Chicca Macchi, che aveva il compito di rilevare Penny Taylor, probabilmente una delle atlete più forti al mondo. Infine Cecilia Zandalasini, che attualmente è tra le giocatrici europee più forti”.
Lasciata Schio, che comunque per sempre sarà accostata inscindibilmente alla sua figura, Altobelli intraprende ad alti livelli la carriera di primo allenatore. Inizia da Sarcedo e poi passa da San Giovanni Valdarno: “La prima è la squadra satellite di Schio. Siamo saliti in serie A2 al termine di una stagione caratterizzata da due sole sconfitte. Nei playoff abbiamo anche sopperito al contraccolpo di aver perso in casa gara-1 di finale. Rimane una bellissima stagione soprattutto per il clima che si è creato tra le ragazze nello spogliatoio. La mia assistente era Anna Zimerle, grande giocatrice e ricordo di averle predetto che a fine anno il palazzetto sarebbe passato da pochi spettatori al tutto esaurito, come poi è accaduto. In Toscana invece in serie A2 ho affrontato maggiori difficoltà e a gennaio abbiamo deciso con la società di interrompere il rapporto. Sono tornato a Messina prima del propagarsi della pandemia, per godermi la famiglia. Identico percorso intrapreso da mia moglie, che lascia bei ricordi a Schio essendo stata una dirigente con compiti di sviluppo del settore giovanile”.
Oltre all’esperienza nei club va sottolineata la partecipazione con lo staff della Nazionale senior dal 2015 al 2017 al seguito di coach Capobianco, culminata con l’Europeo di Praga mentre nel 2016 ha ricoperto anche il ruolo di primo allenatore della Nazionale Under 18 all’Europeo di Sopron, esperienze entrambe terminate al settimo posto. Ennesima dimostrazione da parte di Giustino Altobelli di saper interpretare il suo ruolo, unito alla capacità di leggere i dettagli espressi dal gioco, una qualità che lo ha accompagnato dalle palestre siciliane sino a condurlo al mitico PalaLivio Romare, per lui teatro fortunato di mille battaglie.