Alessandro Parisi è stato un grande terzino sinistro, che si è consacrato a Messina e oggi è tecnico della formazione “Primavera” giallorossa.
Gli inizi tra Palermo e Reggiana.
Fa il proprio esordio nel calcio a Palermo, la sua città. La C1 conosce così il suo grande talento e fin dal principio si fa notare per spinta offensiva e doti fisiche eccellenti. Abilità che dopo le parentesi in rosanero e a Trapani, lo fanno trasferire alla corte della Reggiana. Tra serie B e C, alla fine degli anni Novanta, disputa ben 54 match complessivi con quattro marcature. Proprio come era accaduto in precedenza al Palermo, una retrocessione e la successiva promozione.
La Triestina e il Messina.
La prima parte di carriera forgia il carattere e la personalità di Parisi. Nel 2000 alla Triestina riesce ad inserirsi bene fin da subito. Con il primo club Alessandro conosce anche la C2, retrocedendo ulteriormente di categoria rispetto al recente passato, ma firmando ben 18 gol e superando le cento presenze complessive. A Messina, invece, ha la possibilità di confrontarsi nuovamente con la B.
Fra il 2003 e il 2008 gioca ben 161 partite, mettendo a referto addirittura 27 reti e 5 assist. Uno score decisamente importante considerando il ruolo ricoperto, quello di terzino offensivo. Un bottino che gli vale anche la convocazione di Marcello Lippi per la preselezione dei Mondiali in Germania del 2006. Un periodo d’oro per Parisi, che si consacra definitivamente. Il migliore della storia per il Messina, tra lo storico ritorno in serie A e il settimo posto nel massimo campionato, impronosticabile anche per i bookmakers. I giallorossi sorpresero tutti, come il bonus immediato di benvenuto senza deposito da loro proposto per incentivare le persone ad aprire un conto online.
L’approdo forzato al Bari.
Poi il passaggio al Bari, altra grande piazza. Un trasferimento doloroso per il calciatore, fortemente legato al Messina, a causa della mancata iscrizione del club in serie B. Parisi si ritrova così svincolato e obbligato a guardarsi attorno. Il Bari accoglie il terzino, che nel frattempo si è consacrato come il “Roberto Carlos dello Stretto”. Un paragone illustre con un campione assoluto del suo ruolo.
Nell’esperienza barese trova alla guida tecnica Antonio Conte. Il 2008 gli vale la promozione in A, a cui contribuisce con tre reti. Il campionato seguente vede l’avvicendamento tra Conte e Gianpiero Ventura, che però spesso gli preferisce Masiello e Belmonte. Dopo Ventura arriva sulla panchina Bortolo Mutti, con cui Parisi aveva fatto benissimo a Messina, ma la squadra retrocede a fine anno.
Il Torino prima del ritorno nell’amata Messina.
Rimasto di nuovo svincolato dopo la scadenza del contratto, Parisi si accorda per un anno con il Torino. In serie B ritrova Ventura, che questa volta gli concede maggiore spazio, facendogli disputare ben 33 partite, condite da un gol e sei assist. Nonostante la promozione in A non arriva la conferma ma il ritorno alla vecchia squadra del cuore, il Messina. Si allena ma non può scendere in campo per una squalifica. Dopo essere stato per tre anni lontano dal terreno di gioco, Parisi torna a giocare nella stagione 2015-16, collezionando una decina di presenze, prima di intraprendere nuove strade.
La carriera di Alessandro Parisi come allenatore.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 2016, Alessandro Parisi ricopre il ruolo di responsabile della scuola calcio dell’Ssd Camaro 1969. Un’avventura che apre anche una nuova carriera. Del resto la gavetta non va fatta soltanto per affermarsi come calciatore, ma anche fuori dal campo. Sia come dirigente che come team manager, occorre sempre una certa esperienza, soprattutto per gestire uno spogliatoio. Ecco che l’ex “Roberto Carlos dello Stretto” si getta con cuore e anima in questa inedita avventura sulla panchina. Dopo la parentesi da team manager, arriva l’opportunità per Alessandro di tornare dove si è sempre trovato bene, al Messina. Qui assume le redini del settore giovanile, dunque della Primavera messinese, insieme a Roberto Crea, dopo aver ottenuto ottimi risultati nei campionati nazionali Under 15. Insomma, il giallorosso rappresenta una costante nella vita di un grande talento come Parisi. Un amore indissolubile e un contesto ideale in cui è riuscito in ogni ruolo a dare sempre il meglio di sé. Dagli esordi all’affermazione sul campo, fino al presente fuori dal rettangolo verde.