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Messina

Alessandro: “Il calcio mi manca. L’Akademia è organizzata e riscuote consensi”

Quasi 33 anni vissuti nel calcio, in prima linea, a fare da collante tra campo e scrivania, per creare le condizioni che possono fare la differenza tra la mediocrità e il successo, tra la vittoria e la sconfitta. Angelo Alessandro ha voglia di rimettersi in gioco. Lo scorso anno è stato tra gli artefici dell’ottima stagione del Città di Taormina, conclusa con la terza posizione nella stagione regolare, e la sconfitta a Siracusa nel secondo turno dei playoff di Eccellenza: massimo risultato di sempre per il calcio taorminese.

Akademia Messina
Joly dell’Akademia Messina lotta sotto rete (foto Nino Famà)

In estate un contatto con l’Arezzo, fresco di ritorno tra i professionisti, ma l’intesa non si è concretizzata e così Alessandro segue da spettatore interessato lo svolgimento dei campionati di serie D ed Eccellenza ma anche l’Akademia Messina, grande protagonista nella serie A2 di pallavolo femminile: “Non ho alcun incarico ufficiale, ma è un grande piacere. Sono stato coinvolto da uno dei due soci, Fabrizio Costantino, che è anche mio nipote, che conoscendo la mia esperienza a livello dirigenziale mi ha chiesto di essere presente al PalaRescifina, ma il mio mondo rimane assolutamente il calcio”. 

Il volley sta ottenendo attenzioni ma anche numerosi sponsor, che spesso non riesce ad attrarre il pallone messinese: “Nell’Akademia c’è un grande rispetto dei ruoli. La proprietà e la dirigenza non si intromettono nelle questioni tecniche che sono di competenza del mister. Chi sta dietro una scrivania pensa a fare stare bene le giocatrici, così come c’è grande cura degli spazi destinati agli appassionati che vengono ad assistere alle partite. Tutto questo ha generato l’attenzione di grandi realtà imprenditoriali, che hanno mostrato la loro stima con importanti sponsorizzazioni. Nel calcio l’Acr Messina non ci è riuscito per anni ma il ritorno di un dirigente esperto come Bonsignore credo che adesso stia portando i suoi frutti”.

Città di Taormina
Il Città di Taormina ha chiuso l’attività per l’assenza di impianti

Alessandro parla della sua ultima esperienza da direttore sportivo a Taormina e non nasconde la sua sofferenza nel restare fermo ai box: “Mi mancano il calcio e il campo, che ho vissuto per oltre trent’anni. Non è semplice restare fermi. A Taormina si stava creando qualcosa di importante: per tutta la stagione abbiamo duellato con Siracusa e Igea Virtus, che ora si stanno ben dipegnando in serie D. Abbiamo raggiunto i playoff, che rappresentano l’obiettivo massimo nella storia sportiva di quella piazza, ma non c’è stata le Istituzioni non ci hanno consentito di continuare a fare calcio in un certo modo. Mi dispiace perché così è uscito dal calcio Maurizio Lo Re, un professionista rispettoso dei ruoli, che è anche portatore sano di entusiasmo”.

Alessandro parla anche dei contatti con l’Arezzo in estate: “Essere sedotto e abbandonato mi ha fatto male, perché è una piazza importante, che già conoscevo e a cui sono legato. Mi era stato assicurato che con la nuova stagione avrei fatto parte del progetto societario come capo scouting. Dopo diverso tempo l’accordo non si è concretizzato ma l’aver preso un determinato impegno mi aveva portato anche a rifiutare altre possibilità. Purtroppo molte società non capiscono che i campionati si programmano anche fuori dal campo, facendo gestire alcune situazioni a chi ha la competenza per farlo. Comprare giocatori promettendo ingaggi faraonici è facile, ma allestire una squadra con criterio e soprattutto viverla e gestirla giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, è più complicato. Questo aspetto viene spesso sottovalutato e magari le società si affidano a direttori sportivi poco professionali”. 

Sant'Agata
Il Sant’Agata protagonista in D nelle ultime tre stagioni (foto Calogero Librizzi)

Alessandro loda le due squadre protagoniste in serie D: “Il Città di Sant’Agata sta facendo cose egregie, ma non mi stupisce. È una realtà seria, che probabilmente non gode di grandi possibilità economiche ma sono stati bravi a trasformare questo fattore in un punto di forza, perché chi va a giocare lì è gente motivata. Poi le scelte vanno anche fatte in modo corretto ma a questo ci pensa un direttore sportivo come Ettore Meli, che sta lavorando davvero bene. L’Igea non la scopro io: è una piazza storica e una società seria. Hanno dovuto far fronte alla fine del rapporto con Pasquale Ferrara che li aveva riportati in D ma nel calcio questo può capitare. Scegliere il successore non era facile ma hanno preso un tecnico che conosco bene, un allenatore di categoria come Francesco Di Gaetano, che ha le idee chiare. Ancora è presto per esprimere giudizi: il campo gli sta dando ragione e per il calcio barcellonese prevedo un destino importante”.

Tra le cinque messinesi di Eccellenza è in grande difficoltà la Messana: “La seguo con grande interesse, è una società a cui sono profondamente legato per averci militato da ragazzo come giocatore. Sono una matricola e stanno pagando lo scotto del salto di categoria in un campionato difficile e particolare. Credo che più di ogni altra cosa pesino le difficoltà dovute alla carenza d’impianti in cui potersi allenare, che non va peraltro imputata alla società. La squadra può ancora evitare la retrocessione con i giusti correttivi, il tecnico è giovane ma molto capace, come peraltro dimostra l’esaltante promozione conquistata nel passato torneo”. 

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