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Al Teatro Vittorio Emanuele “Minetti. Ritratto di un artista da vecchio”

I prossimi 20, 21 e 22 gennaio al Teatro Vittorio Emanuele andrà in scena “Minetti. Ritranno di un artista da vecchio” di Thomas Bernhard con la traduzione di Umberto Gandini e la regia di Roberto Andò.

Teatro Vittorio Emanuele
Minetti interpretato da Roberto Herlitzka (foto Franco Lannino)

L’evento è una produzione Teatro Biondo di Palermo. Sul palco reciteranno Roberto Herlitzka (Minetti), Roberta Sferzi (una signora), Verdiana Costanzo (una ragazza), Nicolò Scarparo (Portiere), Vincenzo Pasquariello (Facchino) e Matteo Francomano (un nano). Nel 1976 Thomas Bernhard dedicò il testo Minetti al suo attore-feticcio Bernhard Minetti, considerato uno dei più grandi interpreti di teatro del Novecento. Roberto Andò affida alla maestria di Roberto Herlitzka il compito di vestire i panni di Minetti, in un’operazione di estrema raffinatezza che cela una forte critica contro la società e l’omologazione.

Teatro Vittorio Emanuele
Una scena di Minetti (foto Franco Lannino)

È l’ultima notte dell’anno: nella hall di un impersonale albergo di Ostenda il grande attore ormai anziano trascorre la serata tempestosa nell’attesa di calcare il palcoscenico per l’ultima volta nel ruolo di Lear, dopo trent’anni di assenza forzata dalle scene. Le riflessioni critiche sul pubblico teatrale e sul presente, l’abbandono a un flusso di coscienza pervaso di rimpianti ossessivi e le solitudini dei personaggi che gli sfilano intorno come spettri creano un microcosmo di risentimenti sociali, mettendo tuttavia in luce il senso più profondo del teatro, dell’arte e della recitazione.

Teatro Vittorio Emanuele
Una scena di Minetti

“Minetti si può leggere come un’imprecazione contro il teatro, o come una contestazione della finzione che coincide con il più limpido omaggio offerto alla sua verità – racconta il regista Roberto Andò – Se finalmente mi sono deciso a mettere in scena questa pièce lo devo a Roberto Herlitzka, uno dei grandi interpreti del nostro tempo, tra i più congeniali al suo umore. Bernhard non amava il tipo di attore che mediamente incarna questo mestiere, ma era uno spettatore capace di entusiasmarsi quando gli capitava di assistere alla performance di un fuoriclasse, e Minetti rientrava a pieno titolo nella linea e nella forma da lui prediletta. L’attore è per Bernhard l’eroe del fallimento e dell’occasione mancata. Si può anzi dire che Bernhard privilegi il teatro perché vi riconosce qualcosa d’indifendibile, e che lo abbia scelto in quanto è un luogo a perenne rischio di frode. Allo stesso titolo, si può dire che egli abbia amato gli attori in quanto esseri capaci di vivere sino in fondo il rischio, la frustrazione e la prossimità alla follia. Del tipo di attore alla Minetti, Bernhard amava soprattutto la speciale forma di autoconsapevolezza, per lui lo stato principe, quello che prelude alla pazzia”.

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