Il 26 e 27 maggio il palco del Teatro Vittorio Emanuele si animerà con lo spettacolo “Dietro la porta”, atto unico di Gianni Quinto con Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi. Lo scenario in cui si muovono i due protagonisti è un “non luogo”, in un tempo sospeso dopo la vita. Chiamarlo “aldilà” sarebbe già un’apertura verso la concezione umana del dopo.
I Personaggi, Armando Meniconi detto “Il Principe” (Interpretato da Giacomo Battaglia) e Giovanni Passalacqua detto “Il Terrone” (Interpretato da Gigi Miseferi), hanno caratteri opposti: Armando è un uomo vissuto, che apparentemente non crede più a nulla. Disilluso, da tutti e tutto, ha trovato nella solitudine una giusta condizione alla sua esistenza. Questo, però, è quello che vuol fare vedere. Perché in fondo, anche se non ammettendolo, come tutti, ama la compagnia (magari di pochi) e vede nell’arrivo di Giovanni un valido sostegno per ingannare la sua lunga attesa. Giovanni è tutt’altro che un uomo silenzioso. Gli piace la compagnia, adora parlare, anche del nulla, ma è il suo modo di esorcizzare la vita. Al contrario di Armando, lui ha scelto la vita da barbone, né è felice, perché è il suo modo di vivere l’esistenza in maniera romantica. La sua troppa disponibilità, è l’oggetto delle fregature che ha preso nella vita. Per entrambi di sicuro c’è la morte, ma non avendo loro nessuna informazione su di essa non sanno se l’attesa davanti ad una porta sia il preludio a qualcosa che verrà. Il vero terrore mai dichiarato di entrambi è che quella condizione di attesa, sia per loro una punizione, inflitta da non si sa chi, da scontare per l’eternità. Intorno il nulla, di fronte, una porta e lì, dove loro aspettano, tante altalene.