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Al Teatro Vittorio Emanuele la mostra “Beyond the truth” di Michele D’Avenia

Al Teatro Vittorio Emanuele fino al 1 maggio ci sarà la mostra della personale di  Michele D’Avenia “Beyond the truth”.

Un'opera di Michele D'Avenia
Un’opera di Michele D’Avenia

L’evento culturale rientra nel ciclo “R-esistenza d’artista” a cura di Saverio Pugliatti e rappresenta una ricca raccolta di quadri ad olio e opere grafiche. L’arte di Michele d’Avenia si basa su un realismo che conduce alla ricerca del ‘vero’ oltre a mostrare le incoscienti intimità. Anna Maria Ruta nel suo testo critico ha così commentato la pittura di Michele D’Avenia: “È classico. Il nucleo generatore della pittura di Michele D’Avenia, il suo sistema linguistico, il suo impianto compositivo mirano alla chiarezza e al senso dell’ordine, il suo linguaggio visivo si nutre di un segno netto, terso, eppure  morbido, vivacizzato da un tessuto cromatico sicuro. 

L'artista Michele D'Avenia
L’artista Michele D’Avenia

Il suo nucleo riflessivo, invece, la sua indagine sulla natura e sull’uomo (che per lui è la donna), la chiave morale con cui apre le porte dell’interiorità, è attuale. Un classicismo d’avanguardia, dunque, un dividersi dell’anima tra classico e moderno. Nelle sue tele si legge uno studio lungo e attento della pittura, condotto sui libri e dal vivo, che lo ha messo a diretto contatto con i grandi maestri del passato, con il loro abile uso del disegno, del colore, dell’attenzione ai particolari del reale, scandagliato fin nelle più sottili sfaccettature. Nei suoi nudi femminili non c’è mai impudicizia, ma c’è una sorta di purezza catartica e i loro contorni, anche in una gestualità naturale, quotidiana, si fanno ammirare per la loro precisione morbida, come quella delle tante Veneri accovacciate, dei tanti  nudi  distesi  della pittura antica.

Un'opera di Michele D'Avenia
Un’opera di Michele D’Avenia

È un lirico non sensuale D’Avenia,  anche quando coglie  giovani donne in momenti intimi o contemplativi,  sempre con sguardo delicato, mai aggressivo (Waiting for freedom, 2010; Il mattino dopo, 2013; La persiana rossa, 2013; Lo specchio, 2013). Una pittura antica di antica bellezza e perfezione, filtrata attraverso il sapere del passato, con una particolare attenzione all’ossimoro luce-ombra, in cui la luce si conferma anima delle cose, cospargendo di raffinata eleganza e compostezza  l’incrocio dei segni. Una pittura lessicalmente limpida, immersa  in atmosfere trasparenti e chiare, sostenute da una struttura spaziale costruita e delimitata con sicurezza di tagli, in cui a prevalere è l’armonia della composizione e l’estrema pulizia del colore, che tutto illumina”.

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