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Al Teatro Vittorio Emanuele la prima europea “L’istinct du dèsèquilibre”

Il prossimo 4 marzo, sino al 6, debutterà in prima europea, al Teatro Vittorio Emanuele, lo spettacolo “L’instinct du dèsèquilibre” della compagnia francese IETO. L’evento teatrale si svolge grazie al sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati, Fondazione che contribuisce a rafforzare le relazioni culturali franco-italiane nell’ambito della creazione contemporanea e in collaborazione con l’Ambasciata di Francia in Italia / Institut français Italia. La creazione collettiva è diretta e prodotta da Christian Couminm, interpretata da Sebastien Brun, Fnico Fedmann, Itamar Glucksmann, Alys Marchi, le creazione luci, direzione tecnica, regia suono e luci di Patrice Lecussan, la creazione musicale originale di Maxime Denuc.

IETO
Una scena dello spettacolo

“L’instinct du déséquilibre” mescola i linguaggi della danza, del physical theatre e del circo contemporaneo. Le note artistiche parlano di “Uno spettacolo che parla di un mondo sospeso in cui i sopravvissuti cercano di catturarsi a vicenda. Una storia di menzogne e di disequilibrio, dove gli abitanti rimasti devono unire le forze e unirsi con i loro corpi, semplicemente, per evitare la caduta. Si parla di ‘vivere insieme’ ma alla fine, e soprattutto, si parla della solitudine e della sopravvivenza. Raggiungere i propri limiti diventa un gioco, il pericolo può essere divertente e il correre rischi può portare in qualsiasi momento al riso selvaggio. In scena la quiete di un gesto perfetto, anche se fragile, traballante o imperfetto. Scivolando da situazioni estreme in situazioni estreme, si crea un’intimità che si incontra in rari momenti di disperazione e abbandono. Quella, folgorante, di un aereo in caduta libera. Quella, sublime, di erranti nell’immensità di un deserto che non permette scappatoie. Essi andranno incontro a ciò che portano con sé. Senza maschere e senza rete. Andranno incontro alla loro umanità turbolenta. Quattro individui in uno spazio vuoto. Uno spazio da spazzare, senza niente con cui aggrapparsi. Uno spazio per creare qualcosa di stabile, solido, di equilibrato o per lanciarsi furiosamente nell’instabile e nell’insolito, necessariamente insolito, anche perché lo squilibrio arriva sino all’ignoto. L’immobilità non esiste o è di scarso interesse. L’uomo, per natura, non è equilibrato. È un obbligo. Avanza, traballante e sciatta, spinto dalla sua ambizione, minato dall’instabilità e tende ad aggrapparsi a dei rami, per trovare degli appigli che gli permetteranno di immaginare l’improbabile e tentare l’impossibile”. La compagnia francesce, premiata nel 2008 con il Premio Giovani Talenti di Circo Europeo e poi applaudita in tutta Europa con i suoi spettacoli, ha avuto numeri da record con 300 repliche in più di 130 città in tutta Europa e in Giappone negli ultimi tre anni.

 

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