Dal 15 al 17 aprile al Teatro Vittorio Emanuele andrà in scena “Golem”, creato dalla compagnia “1927” e scritto e diretto da Suzanne Andrade.
La compagnia “1927” ci propone uno spettacolo che racchiude animazione, musica dal vivo e performance e, partendo dalla suggestione mitologica del Golem, propone una storia che esplora il confine tra umanità e tecnologia. Tutto è ambientato in un mondo futuristico in cui tecnologia ed economia sono i principali mezzi per trascendere i limiti del controllo umano e Golem rappresenta l’unico elemento di una vita migliore.
Robert e sua sorella Annie sono stati allevati dalla nonna ad una vita rigorosa in cui la disciplina è fondamentale. Quando Robert compra un “Golem”, l’uomo comune e l’obbediente ed efficiente uomo macchina intraprendono una vita insieme in imperfetta armonia. La vita diventa un pò più conveniente, ma anche molto più complicata.
Golem risponde ad una delle più grandi domande dell’età moderna “abbiamo il controllo della tecnologia, o è lei che ci controlla ?”. Il Golem è una figura antropomorfa immaginaria della mitologia ebraica e del folclore medievale. Il termine deriva probabilmente dalla parola ebraica gelem, che significa “materia grezza”, o “embrione”, presente nel Tanakh (Salmo 139,16) per indicare la “massa ancora priva di forma”, che gli ebrei accomunano ad Adamo prima che gli fosse infusa l’anima.
In ebraico moderno golem significa anche robot. “1927” è una giovane compagnia (nata nel 2005) che ha creato un nuovo genere incrocio brillante fra musical da camera, “graphic novels”, animazione e teatro di figura.