Il cartellone del Teatro Vittorio Emanuele prevede per le giornate dell’8, 9 e 12 aprile la “Trilogia sul Limite” della compagnia Carullo-Minasi. Prima di ogni spettacolo si svolgerà un’introduzione storico-artistico-sociologico a cura dello storico dell’arte Mose’ Previti e del prof. Pierpaolo Zampieri. Cifra stilistica della Compagnia è il limite inteso quale risorsa drammaturgico creativa per la definizione di qualsivoglia atto d’arte, per la sua natura prima d’atto politico-democratico. Le tre opere affrontano i temi dell’Amore, della Giustizia e dell’Arte.
Nel dettaglio l’8 aprile al Teatro Vittorio Emanuele andrà in scena “Due passi sono”, dove la malattia rappresenta il limite e la difficoltà ma allo stesso tempo diventa vera presa di posizione e riconoscimento del valore primo della vita e dei rischi che vale la pena di correre. Il 9 aprile si svolgerà, sempre al Teatro Vittorio Emanuele, “T/Empio – critica della ragion giusta”. In questo appuntamento il punto di analisi è il Giusto, in cui il limite è l’impossibilità di definirlo quale forza per la conferma del valore della complessità. Infine il 12 aprile, all’interno dell’ex manicomio “Mandalari” e più precisamente nei locali del Centro diurno di salute mentale “Camelot”, ci sarà la “Conferenza tragicheffimera – sui concetti ingannevoli dell’arte”. L’attrice diventa promotrice della propria esistenza in qualità di vera opera d’arte in quanto, in questo periodo di crisi contemporanea, il limite diventa un motivo di riscatto. La “Trilogia sul Limite” rappresenta un progetto che sarà presentato in anteprima per il Cartellone del Teatro Stabile di Messina.
Le tre opere, che si focalizzano sul limite come risorsa, intendono sanare fratture e limiti funzionali delle Istituzioni definendo gli estremi di un’opera tetrale urbano. Questo progetto di teatro itinerante si avvale della collaborazione di un Sociologo Urbano ed uno Storico dell’Arte in modo tale da giungere nei luoghi della socialità e creare un abbraccio culturale dello spazio cittadino. In questa maniera si realizza una decostruzione del concetto di teatro nella logica di una ricontestualizzazione dell’arte nel mondo.