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Messina

Al Clan Off Teatro in scena “Un uomo a metà”

Il 25 e 26 marzo al Clan Off Teatro di Messina andrà in scena “Un uomo a metà”, di Giampaolo G. Rugo, con Gianluca Cesale per la regia di Roberto Bonaventura.

Clan Off
Un uomo a metà (foto di Giuseppe Contarini)

Lo spettacolo, inserito nella stagione artistica realizzata dall’associazione culturale “Clan degli Attori”, di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla ha vinto E45 Napoli Fringe Festival 2015 ed il testo è arrivato al secondo posto del concorso per monologhi “per voce sola” nel 2014. Inoltre è il primo capitolo della tetralogia “mangiare, bere, dormire e fare l’amore”, progetto portato avanti dal regista Roberto Bonaventura, l’attore Gianluca Cesale e l’autore Giampaolo G. Rugo, in collaborazione con “il castello di Sancio Panza”. “Un uomo a metà” è un monologo denso, dalla scrittura serrata, ironica, pungente, una storia di ordinaria normalità vissuta con rassegnata accettazione che improvvisamente deflagra. Una storia semplice, quella di Giuseppe, che lavora come rappresentante di articoli religiosi. Il padre e la madre, pensionati, passano il proprio tempo a “Manhattan” una sala bingo nella quale dilapidano la propria pensione. Il nonno, un vecchio fascista reduce delle guerre coloniali, dopo un ictus è costretto su una sedia a rotelle curato da una badante singalese. Giuseppe è fidanzato da sempre con Maria, ricca figlia del padrone del più grande negozio di articoli religiosi di Roma. Si avvicina la data del matrimonio ma Giuseppe ha un problema: è impotente. Il giorno prima delle nozze si sottopone obtorto collo al rito dell’addio al celibato con gli amici. Proprio quella notte scopre in maniera rocambolesca la propria sessualità. La carica dirompente di questa rivelazione lo porta a realizzare una parte di sé nascosta che metterà in luce e rivoluzionerà il rapporto col mondo che lo circonda fino alle estreme conseguenze. Quanto dipende dall’ambiente che lo circonda la libertà dell’individuo? Fino a che livello può essere compressa l’essenza più vera della persona? Questi sono gli interrogativi che si pone “Un uomo a metà” che utilizza l’impotenza sessuale sia come metafora dell’impotenza più generale a vivere sia come grimaldello per svelare le mille ipocrisie della nostra società.

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