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Al Clan Off in scena lo spettacolo “Cresci bene, cresci forte”

Quattro storie, divertenti, crudeli e commoventi, sul confronto tra madri e sorelle. “Cresci bene. Cresci forte”, penultimo appuntamento della Stagione del Clan Off Teatro, con la direzione artistica di Mauro Failla e Giovanni Maria Currò, scava all’interno delle dinamiche familiari per restituirne una narrazione diretta, sincera, profonda e umanissima. Spettacolo Vincitore del Festival “Inventaria 2018” di Roma, “Cresci bene. Cresci forte” arriva nello spazio Off di via Trento grazie ad un proficuo rapporto di collaborazione tra il Clan degli Attori ed il Festival romano. “Cresci bene. Cresci forte” sarà in scena sabato 27 aprile alle 18.30 ed in replica alle 21.30 e domenica 28 aprile alle 18.30. Testo e regia sono di Francesca Romana Miceli Picardi, anche in scena insieme a Valentina Martino Ghiglia, Alessandra Muccioli, costumi Metella Raboni, musiche Benedetto Ghiglia, disegno grafico Cecilia Vitiello, produzione Associazione Culturale Teatro Trastevere. Lo spettacolo propone “quattro episodi per quattro famiglie traballanti ed umiliate dalla vita. Vite piccole e disperate, dove i ‘non detto’, diventano inferni silenziosi tra le pareti di condomini, che non vedono e non ascoltano e non aiutano” – scrive Miceli Picardi –. “Fare il genitore è un po’ come essere trapezisti che soffrono di vertigini, scommettere al buio con la speranza che le carte in tavola siano buone. Gli errori sono certi, indubbiamente, ma in buona fede. O no? Non esiste ragione che giustifichi una donna a non essere una buona madre. Specialmente una madre nei confronti delle figlie. Eppure capita. Un dolore silenzioso, malerba nel giardino dell’infanzia, macchie sul telo bianco dei ricordi, lacrime che scorrono in profondità, dentro al solco della buona educazione o dell’inadempienza. La nostra è un’epoca codificata per immagini. Le foto che postiamo sui social network, quelle che vediamo ovunque. Loghi che diventano icone. Cresci bene. Cresci forte scalfisce la Pietà restituendo un’immagine atipica della maternità. Non più marmo, ma carne viva. Quattro famiglie. Quattro coppie di sorelle. Quattro madri. Quattro contesti completamente diversi l’uno dall’altro. Destini che sembrano non avere via di scampo. Storie sottili, piccole, ironiche e dolorose: come tutto ciò che accade nelle famiglie”.

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