Il libero Giorgia Caforio è l’ottavo acquisto estivo di una rinnovatissima e ambiziosa Akademia Sant’Anna, che si è assicurata la migliore ricevitrice dell’ultimo torneo. Un mercato stellare. in vista di una serie A2 più vicina alla A1 rispetto agli altri anni. Diverse le squadre che partono in prima fila: “Oltre Messina, Macerata e Trento. Non bisogna sottovalutare San Giovanni in Marignano e Busto Arsizio”.
“Sarà una stagione impegnativa, un campionato difficile, però con il duro lavoro e il sostegno della città e del tifo potremo toglierci grandi soddisfazioni. Spero in un anno positivo – sottolinea il libero pugliese –. Sarà entusiasmante e per questo motivo il palazzetto dovrà riempirsi il più possibile. In una stagione come quella che ci attende, abbiamo assolutamente bisogno dei tifosi. Conosco molto bene come si vive lo sport al Sud e insieme si possono raggiungere grandi obiettivi”.
Il suo compagno di vita, l’attaccante Roberto Ogunseye, è un calciatore e quest’anno ha conquistato la serie B con la maglia del Cesena: “Condividiamo la passione per lo sport. I suoi successi in parte sono anche i miei. Quando le cose vanno bene, sono contenta per lui e viceversa. Le nostre scelte sportive sono state sempre abbastanza libere dalla relazione. Ognuno di noi deve fare la propria carriera e questa è la nostra forza”.
In Calabria, a Soverato, la sua prima volta lontano da casa: “Ha rappresentato una bellissima porta di accesso al mondo del professionismo. Dopo due stagioni e mezza ho avuto l’opportunità di lasciare la Calabria per il Piemonte. A Soverato le cose non andavano come dovevano e ho deciso di intraprendere un’altra strada”.
Nella successiva scelta di Cuneo il desiderio di alzare l’asticella: “Una rivincita, ho meravigliosi ricordi di una stagione impegnativa, breve ma che porto nel cuore. Mi sono ritrovata in una realtà molto ambiziosa, del tutto diversa ma professionale al cento per cento e con una grande squadra. All’inizio c’era il timore di allontanarsi un po’ all’improvviso, ma l’ambizione e la passione mi hanno fatto fare questa scelta. Ho lavorato benissimo e sono stata accolta al meglio. Spero di aver lasciato un buon ricordo”.
Da Cuneo a Chieri, la formazione che interruppe il cammino verso la massima serie di Giorgia e compagne: “Mi ha voluto fortemente Luca Secchi, l’allenatore che mi aveva scelto a Soverato il primo anno. Ero felice di questa realtà nuova nel mio anno di esordio in A1. Anche lì, ho vissuto il calore della tifoseria e di tutto l’ambiente”.
Ogni partita e allenamento erano una scommessa: “Non mi accontento mai. Però riconosco che a volte bisogna fermarsi. Io l’ho fatto, mi sono guardata indietro per prendere coscienza di essere arrivata ad un buon punto con il duro lavoro, le mie gambe e la famiglia. Ma questo non significa che sono completamente soddisfatta”.
Come per Maria Chiara Norgini, anche nelle statistiche di Giorgia figurano dei punti: “Mi piace mettere in difficoltà l’avversario quando, ad esempio, bisogna spedire dall’altro lato un terzo tocco. Uno dei punti più belli l’ho fatto proprio l’anno di Cuneo contro Chieri in semifinale, in una partita bella quanto difficile. Un secondo tocco del palleggiatore avversario mi stava scavalcando, non potendo fare nient’altro ho provato ad attaccare la palla in caduta e l’ho messa nell’angolino. A Chieri me l’hanno ricordato per un po’ di tempo”.
Poi Giorgia sbarca in Sardegna, ad Olbia, dove rimane per tre stagioni: “Volevo rimettermi in gioco da protagonista. I tre anni in Sardegna sono stati completamente diversi tra loro e ricchi di soddisfazioni. Ho trovato persone con cui lavorare molto bene e un ambiente che mi ha fatto sentire importante. Abbiamo concluso il primo anno con l’accesso alla Pool Promozione ma poi è arrivato il Covid. In ogni caso sono stati anni utili per fermarmi e sentirmi a posto con me stessa”.
Nelle ultime due stagioni a San Giovanni in Marignano con la casacca della Consolini Volley. Con lei, il primo anno, anche una sua nuova compagna, la centrale Maria Adelaide Babatunde: “Il primo anno è stata una bella stagione, difficile perché era una squadra nuova in una società ambiziosa. Abbiamo raggiunto le semifinali play-off e per poco non siamo arrivate in finale. Con il dispiacere dell’infortunio del nostro capitano Giulia Saguatti, che ho dovuto sostituire, spero bene”.
Poi ci si è messa di mezzo la sfortuna: “Il secondo anno abbiamo iniziato subito il campionato con due grossi infortuni che hanno condizionato la stagione. Se ne sono aggiunti successivamente anche altri, tra cui il mio, e ci siamo trovate sempre a rincorrere. Nonostante questo la squadra ha sempre risposto bene, si è unita, facendo il massimo possibile. Ad un certo punto i nodi sono venuti al pettine e sono andate avanti le squadre più meritevoli”.
Adesso la scelta di scendere in Sicilia: “Una terra che conosco in parte, più da avversaria durante le trasferte. Immagino un ambiente molto caloroso con persone accoglienti. Il Sud lo conosco molto bene e sono felice di poter scoprire tutto il resto. Credo che, nella mia scelta, abbiano pesato l’ambizione e la voglia di tornare al Meridione. C’è ambizione da parte mia e dell’ambiente, poi mettiamoci il sole e lo stare vicino casa: non si può chiedere di più”.