Tra i calciatori attualmente ai box, che il Fc Messina confida comunque di recuperare prima della ripresa del prossimo 6 dicembre, c’è anche il terzino Gabriele Aita, uno dei prodotti del vivaio del Torino approdati in riva allo Stretto insieme al direttore generale Marco Rizzieri: “Ovviamente le differenze sono enormi rispetto al settore giovanile, in cui affronti soltanto coetanei o ragazzi di un anno più piccoli. Qui ho trovato compagni molto più grandi di me. Anche il campo per me rappresenta una novità: nelle giovanili granata abbiamo sempre giocato sul sintetico, mentre qui il fondo è in erba naturale. Fa grande differenza a livello di forza nelle gambe e nei contrasti in partita”.
L’esterno, che è partito fin qui titolare in cinque gare su sei, restando in panchina soltanto sul campo del Dattilo, dove il Fc ha perso, è consapevole anche delle aspettative della piazza: “Sto trovando spazio ed è evidente che i tre punti qui a Messina contano tanto e avverti pressioni che naturalmente nei campionati giovanili non subisci. Devi essere attento in ogni minimo dettaglio in partita, sulla tua posizione in campo e su quella dell’avversario. Insomma è un calcio più vero e duro con cui confrontarsi”.
Anche Ricossa, Garetto e Mukiele sono ex granata: “I compagni che come me arrivano dal Torino non li conoscevo, perché essendo più grandi erano impegnati in altre categorie ma qui a Messina abbiamo subito trovato una grande intesa, vivendo assieme anche fuori dal campo. Ci rapportiamo diversamente”.
Il gruppo ha sempre rappresentato uno dei segreti del Fc, capace di chiudere il suo primo torneo al quarto posto, con un girone di ritorno in crescendo, e voglioso adesso di mantenere un ruolo da protagonista: “A livello di spogliatoio non posso fare un nome perché tutti i compagni sono stato bravissimi, soprattutto gli over, che ci danno consigli e cu aiutano in campo. Vogliono che ogni under di questa squadra cresca e possa ottenere un futuro migliore per la propria carriera”.
Sulle corsie esterne, mister Rigoli ha varie opzioni, nonostante la rinuncia a Gnicewicz: “Il posto va conquistato in ogni allenamento, dando sempre il massimo, perché in rosa c’è gente veramente forte, che merita spazio. Non posso considerarmi un titolare inamovibile, ma un elemento che aiuta i compagni, altrimenti sarei presuntuoso. Il gruppo invece è sano. Lo dimostrano le partite in cui spesso chi subentrava offriva il contributo come chi usciva dal campo. È un grande segno di compattezza”.
L’auspicio è che le settimane di lavoro durante la sosta forzata possano compensare il nuovo stop, il secondo in pochi mesi: “Le prime partite stagionali arrivavano dopo sette mesi di stop, per cui avvertivo un po’ di ruggine a livello di minutaggio e agonismo. Penso che ogni volta che scendi in campo acquisti fiducia e man mano con la continuità otterrai la forma ideale”.