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Messina

Acr e Città discutono il futuro. Comune, Camaro (e Arena) spettatori interessati

Ufficialmente non trapela nulla, ma sotto traccia si registra qualche timido sviluppo. Nelle ultime ore non sono mancati infatti i colloqui tra i vari attori, protagonisti o aspiranti tali, del calcio messinese.

Il presidente dell’Acr Messina Paolo Sciotto è rientrato in città dopo alcuni impegni lavorativi nel Nord Italia. E ha smentito nuovi contatti con Rocco Arena, patron del Cfi Alicante, che militerà ancora nella Preferente Valenciana, la quinta serie spagnola, dopo la mancata promozione.

Sciotto e Ferrigno
La stretta di mano tra Paolo Sciotto e Fabrizio Ferrigno

L’imprenditore milanese aveva mostrato interesse per il club, offrendo 285mila euro, ritenuti insufficienti dall’attuale proprietà dell’Acr, anche perché nell’accordo non sarebbero rientrate le passività. In caso di fumata bianca, da chiarire sarebbero poi anche le modalità del versamento della contropartita, tra cash e eventuali successive rateizzazioni. Non si registrano progressi, ma la cautela impone di non archiviare a priori alcuno scenario.

Si lavora al processo di unificazione delle forze già presenti in riva allo Stretto. Il presidente del Città di Messina Maurizio Lo Re avrebbe rinnovato la sua disponibilità ad un’unione di intenti con l’Acr della famiglia Sciotto. Nel progetto potrebbero rientrare alcune figure cardine della sua società, come quella del direttore generale Giovanni Cardullo e del responsabile del settore giovanile Carmine Coppola, autentica bandiera del calcio messinese, forte di ben otto campionati disputati con le maglie di Fc e Acr.

Rocco Arena
Rocco Arena alle celebrazioni per i cento anni del Cfi Alicante

Unendo le forze, come peraltro auspica anche l’Amministrazione, le due formazioni di serie D potrebbero evitare di disperdere ancora una volta investimenti e sponsor su due realtà, che peraltro non hanno certo ottenuto grandi riscontri di pubblico nell’ultima stagione, e soprattutto fare affidamento sul marchio dell’Acr storico, l’Associazione Calcio Riunite appena rilevato dal Camaro, in luogo dell’attuale “Associazione Calcio Rilancio”, che peraltro è rimasto nella denominazione ma non certo nei risultati del campo.

Antonio D’Arrigo, patron del Camaro, attende l’evolversi della situazione. Messo a disposizione lo storico logo, acquistato dalla famiglia Lo Monaco, concentrerebbe i suoi sforzi sullo sviluppo di un vivaio già florido. La rinuncia all’omologazione del “Despar Stadium” per la serie D si legge anche nell’ottica di un’implementazione della scuola calcio, sulla scorta degli ottimi risultati ottenuti dalle formazioni giovanili.

Maurizio Lo Re
Il presidente del Città di Messina Maurizio Lo Re in conferenza stampa

Con le elezioni europee ormai alle spalle e le concessioni degli stadi in scadenza a fine mese, anche il sindaco Cateno De Luca sollecita una risposta. Il primo cittadino avrebbe peraltro già reincontrato la proprietà del Città di Messina, interessata a investire sul rilancio dello stadio “Giovanni Celeste”, da rendere fruibile almeno per gli allenamenti. La mancata disponibilità del “Despar” imporrebbe d’altronde un trasloco della prima squadra in uno dei due principali impianti cittadini, anche per i match di campionato.

Attende infine un segnale anche il direttore sportivo designato dell’Acr Messina, Fabrizio Ferrigno, rientrato a Catania in attesa di una chiamata. Gli estimatori non mancano e quindi il dirigente napoletano attende di capire se ricoprirà davvero un ruolo di primo piano in riva allo Stretto o se dovrà rivolgere altrove le sue attenzioni.

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