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Acquedolci, Natoli: “C’è grande entusiasmo. Fin qui più forti del calendario”

Sei punti conquistati sui nove disponibili, un bottino che neanche il tifoso più ottimista poteva immaginare dopo le prime tre giornate. Ad Acquedolci c’è un entusiasmo travolgente. La prima stagione in Eccellenza della società biancoverde è iniziata con il piede giusto. Una piccola realtà ma con tanta voglia di crescere e che non ha mai pensato di affacciarsi alla nuova categoria con l’intento di fare da comparsa. Questi i presupposti con cui il presidente nebroideo, Carlo Natoli, ha allestito la rosa insieme a tutta la compagine societaria e tecnica, con l’obiettivo di raggiungere una salvezza che avrebbe dello straordinario.

Carlo Natoli
Il presidente Carlo Natoli con un trofeo vinto dall’Acquedolci

Il mercato ha portato qualche innesto d’esperienza, Sebastiano Paterniti e Mariano Russo su tutti, ma lo zoccolo duro della squadra è rimasto, sebbene per molti calciatori l’Eccellenza rappresentasse una categoria inedita. Con l’Igea 1946 in Coppa Italia è arrivata una doppia sconfitta, ma la squadra di Perdicucci ha mostrato segnali incoraggianti, soprattutto nella prima gara. L’esordio in campionato è coinciso con il tonfo casalingo contro l’Atletico Catania, ma proprio quando il calendario sembrava in salita ecco arrivare i due successi contro il Siracusa e l’Acicatena.

Uno score che riempie di gioia il numero uno biancoverde, Carlo Natoli: “Adesso c’è entusiasmo, in paese la passione e l’amore per questa squadra hanno raggiunto livelli incredibili. Sinceramente non mi aspettavo un inizio così incoraggiante, ma non perché non credessi nelle possibilità dei ragazzi, ma perché quando sono usciti i calendari le prime giornate erano contro avversari di un certo livello, come testimonia la trasferta di Enna che affronteremo domenica”.

Acquedolci
La gioia dei giocatori dell’Acquedolci a Siracusa

Risultati che testimoniano la bontà del lavoro e gli sforzi profusi dalla società durante il mercato estivo: “Questa categoria rappresenta un’avventura inedita per me e i soci che stanno permettendo al paese di vivere questo sogno. Abbiamo pensato di fare qualche investimento per portare un po’ d’esperienza in questa rosa, buona parte è composta da ragazzi che l’Eccellenza non l’avevamo mai affrontata e questo accresce ancora di più la nostra soddisfazione. Per la prima volta vediamo l’Acquedolci confrontarsi con alcune delle più blasonate squadre della regione e questo ci riempie d’orgoglio. Quello che mi ha colpito subito dell’Eccellenza è il cinismo degli avversari. A Siracusa stavamo reggendo bene l’urto e per un’uscita palla al piede sbagliata abbiamo subito gol. Contro l’Acicatena stavamo disputando una partita pressoché perfetta, ma loro alla prima occasione ci hanno puniti e tutto è tornato in discussione. Questo fa capire la difficoltà di questo campionato”.

Paterniti
Paterniti, portiere dell’Acquedolci, blocca in presa alta

L’entusiasmo di Acquedolci, però, stride con il momento complicato che sta vivendo il calcio per via del Covid: “Ai nostri tifosi non sappiamo più cosa dire, possiamo soltanto augurarci che presto potranno tornare ad assistere alle nostre partite casalinghe. Ci tengo, però, a denunciare l’immobilismo delle istituzioni calcistiche e politiche regionali. Il mondo dilettantistico non vive di diritti televisivi e grosse sponsorizzazioni, ma della passione e dei sacrifici economici di chi allestisce le squadre e di chi crede nei progetti. Ho parlato recentemente con il presidente dell’Igea Stefano Barresi e siamo tutti sulla stessa barca. Continuare a pensare di tener chiusi i botteghini e quindi gli stadi vuol dire condannare a morte le società”.

Siracusa
Una fase della sfida tra Siracusa e Acquedolci (foto Martina Visicale)

Tornando alle vicende di campo, le sconfitte iniziali hanno subito fatto capire la nuova dimensione in cui l’Acquedolci è stato catapultato: “Veniamo da una scalata importante. Anche in Promozione abbiamo subito disputato campionati di vertice, sfiorando il salto in Eccellenza già il primo anno. Questo però comporta una poca abitudine alle sconfitte, dal momento che per anni perdi soltanto tre o quattro partite di campionato. Invece pronti via alla gara d’esordio in Coppa Italia siamo stati sconfitti al 95′ dall’Igea, nonostante un’ottima prova. Al ritorno siamo andati in vantaggio, ma poi abbiamo pagato alcune nostre disattenzioni e subito tre gol. Contro l’Atletico Catania abbiamo giocato una gara positiva, ma alla fine abbiamo perso immeritatamente. Praticamente nel giro di venti giorni dovevamo fare i conti con un numero di ko che eravamo abituati a vedere nell’arco di una stagione. Tutti, però, abbiamo capito che questa era la nostra nuova dimensione e avremmo dovuto stringere i denti, perché lottare per la salvezza vuol dire proprio questo”.

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