Calcio

Acquedolci, Granata: “Senza pubblico non ha senso. Meglio ripartire nel 2021”

L’Acquedolci vuole continuare a scrivere la storia. Soltanto l’aumento dei contagi, e il susseguente stop ai campionati dilettantistici, hanno impedito alla terribile matricola biancoverde di mietere altre vittime (sportivamente parlando). Chi temeva che potesse soffrire l’impatto con la nuova categoria si è dovuto presto ricredere, perché Russo e compagni hanno dimostrato che in Eccellenza ci possono stare eccome. A far da contraltare ad un momento storico per il piccolo comune incastonato nei Nebrodi c’è la situazione di profonda incertezza che condiziona tutto il panorama dilettantistico. Il 6 dicembre si dovrebbe riprendere, ma il timore di un altro stop appare tutt’altro che infondato.

Il direttore tecnico dell’Acquedolci Dino Granata

In un’intervista a Radio Doc, proprio il direttore tecnico dell’Acquedolci Dino Granata ha espresso le proprie perplessità: “Il fatto di non avere certezze su quando il nostro campionato riprenderà rappresenta una seria difficoltà. Come società noi stiamo portando avanti con i ragazzi lavori a casa a livello individuale, stimolando i nostri calciatori su dettami del professor Basilio Arasi. Poi vengono raccolti tutti i dati per vedere il reale stato di forma dei nostri tesserati. Speriamo che si possa ripartire a breve ma non è facile, anche perché questa volta chiediamo rassicurazioni sul fronte sicurezza e sulla presenza del pubblico allo stadio, che regala certezze alle società e stimoli per i calciatori”. 

Per il dirigente, dunque, se il calcio dei Dilettanti tornerà in campo dovrà farlo con gli spalti riaperti: ”Senza pubblico continuare non ha senso, è a rischio la prosecuzione dell’attività della stessa società. Noi viviamo con gli sponsor, che sono in evidente affanno, mancano gli introiti degli abbonamenti perché lo stadio non è aperto alla nostra gente e mancano gli introiti del botteghino, tutte voci fondamentali per noi”.

Il tecnico dell’Acquedolci Pippo Perdicucci

Granata avanza una proposta: “La soluzione secondo me c’è perché se ripartiamo a marzo e concludiamo a giugno potremmo contare su sedici domeniche con l’aggiunta di due turni infrasettimanali al mese e quindi già avremmo individuato circa 24 date utili per le partite. In più sei sono state già disputate, per cui avremmo completato il calendario per il 30 giugno. Se partissimo prima rispetto a marzo il discorso sarebbe ancora più agevole. Ovviamente verrebbe abolita la Coppa e si profila un tour de force per tutti, ma così potremmo giocare in sicurezza e da marzo contare sul pubblico che magari potrebbe entrare in numero ridotto al campo. Spero che questo mio pensiero sia condiviso dalla Lega. All’inizio ribadisco ridurremmo il pubblico e poi se la situazione migliorasse potremmo pensare ragionevolmente di aumentare settimanalmente la capienza”. 

Il dirigente dell’Acquedolci si schiera poi contro l’annullamento della post season, che rischia di penalizzare i club che hanno speso di più sul mercato: “Se partissimo a febbraio ci sarebbe anche il tempo per un playoff per le seconde classificate, magari con un turno secco. Per me le seconde devono sostenere lo spareggio in campo neutro per dare una parvenza di regolarità del torneo. Penso a chi ha investito tantissimo nella nostra categoria, come Siracusa e Giarre, che magari a fine anno restano in Eccellenza per un solo punto ed è corretto garantirgli almeno uno spareggio promozione”. 

Il preparatore fisico Basilio Arasi ai tempi di Brolo

Il club nebroideo si sta confermando una grande famiglia: “Lavoro con due grandi amici di vecchia data come Perdicucci e Arasi e la società ha assecondato tutte le mie volontà nel fare questa scelta. C’è grande empatia e subito ho accettato con voglia questo ruolo. Perdicucci per me è il top e un bravissimo allenatore per queste categorie. Quest’anno sta sperimentando nuovi moduli come il 3-5-2 e il 4-3-3, che ampliano il suo bagaglio tecnico. Arasi è un altro grande professionista con cui lavorare e sono felice per questa scelta professionale compiuta. I ragazzi sono dei professionisti che vivono di questo mestiere e vogliono mantenersi in forma. Non è facile, ma i risultati conseguiti da inizio anno dal nostro gruppo spingono a non mollare e sviluppare il programma tecnico di preparazione individuale”. 

Antonio Macauda

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