Nonostante una classifica precaria e un destino che sembra già segnato, il Messina continua a suscitare interesse. L’ultima conferma è rappresentata da un’offerta giunta dal Nord Italia. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, già nei giorni scorsi il presidente Stefano Alaimo ha ricevuto da parte del nuovo potenziale acquirente una LOI, una “lettera d’intenti”, strumento diffuso nella fase delle trattative che precedono la sottoscrizione di un contratto.

E com’era già avvenuto sia con l’Aad Invest Group, attuale proprietario (inadempiente) del club, che con la cordata americana messa in piedi dal manager messinese Francesco Borgosano, le due parti hanno sottoscritto un “patto di riservatezza”. Il gruppo interessato, attivo principalmente nel Settentrione, ha oltre 60 anni di attività nel ramo pubblicitario e dopo i contatti con gli attuali proprietari del club ha avuto un confronto anche con le Istituzioni cittadine.
I potenziali acquirenti hanno richiesto infine al commercialista Giuseppe Giliberto la trasmissione dei libri contabili del club da parte di chi lo aveva gestito negli ultimi anni. Da Palazzo Zanca continua a filtrare grande cautela, anche perché il timore diffuso è che i tempi si possano dilatare ancora. Alla “due diligence” avviata infatti su input degli imprenditori americani adesso si aggiungeranno le analisi dei conti da parte dei nuovi soggetti provenienti dal Nord Italia.

L’unico interlocutore dei potenziali acquirenti rischia di restare l’Aad Invest Group, che pure è inadempiente per il mancato versamento delle somme pattuite al presidente uscente Pietro Sciotto. Che ha dichiarato in una lettera pubblica alla città di non essere interessato a fare valere la clausola risolutiva prevista nel contratto, che comunque darebbe il via ad una causa di non immediata risoluzione, soprattutto se la fiduciaria lussemburghese dovesse opporsi.
Come ci confermano autorevoli legali consultati nelle ultime ore, anche attivando la clausola, Sciotto potrebbe comunque avviare un’azione risarcitoria per danni. Ma anche in questo caso i tempi non sembrano immediati e i risultati tutt’altro che garantiti, considerata l’inconsistenza dimostrata dall’amministratore Doudou Cissè. L’auspicio è che le interlocuzioni in atto con la cordata di Borgosano o i nuovi soggetti provenienti dal Nord possano produrre risultati tangibili. Darebbero maggiore fiducia al gruppo di Simone Banchieri, che comunque sul campo non ha mai lesinato impegno, al netto dell’incertezza societaria. Sul fronte fiscale invece il Messina deve onorare le prossime scadenze di fine mese e metà aprile. Aspetti chiave per scongiurare gli scenari più tetri e garantire una ripartenza, in caso di retrocessione, almeno dalla serie D.