Dopo quasi due mesi l’allenatore Giacomo Modica è tornato ad incontrare la stampa, prima della partenza per Potenza, dove si chiuderà il 2024 agonistico, avaro di soddisfazioni. “Accetto le critiche sul tecnico ma non sull’uomo, che spesso è stato infangato. Quelle fanno male a tutti, anche al Messina. Sono rimasto in silenzio perché tutto quello che dico viene strumentalizzato. Io sono di passaggio mentre il club ha una storia e come la C resta un bene prezioso. La scelta del pubblico invece va rispettata. Chiaramente non la condivido perché i tifosi mi mancano. Hanno tracciato una linea e assunto una posizione netta e chiara. Avrei ottenuto almeno quattro punti in più con loro sugli spalti”.
Il tecnico ha spiegato cosa ha originato il suo lungo silenzio: “Non c’erano le condizioni e i presupposti e il mio stato d’animo non era ottimale. Prendo palate di m… da tre mesi a questa parte. Se sui social mi si augura la morte non mi sta più bene: in molti pigiano due tasti e ci infangano. Sono sempre stato leale e trasparente, ci ho messo la faccia e mi sono assunto le responsabilità tecniche di una classifica che è peggiorata. Nelle prime dieci giornate avevamo fatto ottime cose e ancora oggi mostriamo buoni sprazzi di gioco ma la squadra adesso sta andando male. Avevo detto subito che sarebbe caduta e si sarebbe rialzata nel corso del suo percorso. Togliendo l’Avellino nessuno ci aveva messo sotto e peraltro quella è una partita che si poteva perdere”.
I social alimentano visioni distorte e Modica lamenta un ambiente ostile e diviso: “Qualche sassolino dalle scarpe bisogna toglierselo. Non alleno una corazzata come il Benevento. L’anno scorso abbiamo fatto un capolavoro e non è stato evidenziato a dovere. Emergono sempre tanti retroscena anche se nessuno è mai presente agli allenamenti e in trasferta. Le informazioni che filtrano non sono sempre corrette, il sentito dire spesso fa danni. Magari un elemento sta fuori perché non sta bene. È il caso di Mamona, che non si allenava da due settimane, ed Adragna, che viene contestato avendo giocato otto minuti in tutta la stagione. Rimprovero quindi affettuosamente la stampa”.
Il tecnico invoca maggiore coesione e rivolge un augurio di buone feste alla città e agli appassionati: “Da due mesi viviamo una situazione durissima. Veniamo martellati da tempo, io in particolare. Abbiamo soltanto una vittoria in meno dell’anno scorso, abbiamo peraltro dilapidato dieci punti. Se nel mirino c’è il presidente Sciotto non devono essere investiti tutti. Da parte mia l’augurio di buone feste, più serene per tutta la città. Il Natale è una tradizione familiare, mettiamoci nelle condizioni di affrontarla con un sorriso. Nel calcio ci sono i risultati, le critiche, gli applausi e gli insulti. Ma la salute e la famiglia vengono prima”.