Alla gagliarda prova di Catania è seguita una convincente affermazione casalinga. Il Messina dopo due mesi è tornato a fare festa, ritrovando un po’ di fiducia e autostima, che erano state intaccate dalla batosta di Avellino e dalla successiva sbandata con la Cavese. Guai a cantare vittoria, anche perché le concomitanti affermazioni di Latina e Foggia lasciano i peloritani al terzultimo posto.
Davanti ad un Taranto che non sembra affatto propenso ad alzare bandiera bianca dopo la penalizzazione e ad una Juventus Next Gen che da quest’anno può potenzialmente perdere la categoria, dopo la modifica del regolamento che in precedenza escludeva la retrocessione per le squadre B. Ma la formazione Under 23 ha già garantito un centinaio di milioni di plusvalenze alla casa madre, se si considerano i vari Soulé, Huijsen e Iling, per cui è lecito immaginare che a Torino si farà di tutto per mantenere la categoria.
I limiti mostrati dal Messina nel corso del girone di andata non possono essere certo cancellati da un successo, anche perché restano tre le reti realizzate nelle ultime sette gare. E se Montalto e Njambè non avessero peccato di precisione il bilancio sarebbe più magro.
I peloritani, che hanno subito ben cinque rimonte contro Potenza, Casertana, Latina, Trapani e Cavese, restano comunque in credito con il destino. Ma le ipotesi e i rimpianti contano poco, fa testo una classifica non esaltante, in linea con gli investimenti di una società priva di sponsor, sostegno e soprattutto del suo pubblico.
Irreale l’atmosfera vissuta nelle gare casalinghe, in uno stadio silenzioso e semi-deserto. Tanto che gli applausi arrivati nel corso del recupero del match vinto contro il Giugliano hanno restituito per un attimo la sensazione di quello che potrebbe essere e non sarà, almeno fino a quando la società non farà chiarezza su trattative di cessione che restano evidentemente congelate dopo le ipotesi estive. In attesa della sosta e del mercato invernale, il finale di 2024 sarà impegnativo.
Vero è che soltanto il Potenza vanta fin qui un lusinghiero sesto posto, a -3 dal Cerignola vicecapolista, mentre le altre cinque avversarie vanno dal Sorrento nono alla Juve fanalino di coda. Ma ben quattro delle ultime sei gare dell’anno si giocheranno in trasferta. In casa il Messina giocherà soltanto due volte nei prossimi cinquanta giorni, il 24 novembre contro il citato Sorrento e il 7 dicembre contro il Foggia degli ex Emmausso e Zunno. Le quattro trasferte contro Altamura, Turris, Juve NG e Potenza.
In mattinata la truppa di Giacomo Modica ha ripreso la preparazione con un allenamento a Bisconte, con tutti gli uomini a disposizione in vista della trasferta di Bari contro il Team Altamura. Mercoledì in programma doppia razione di lavoro fra Bisconte e “Franco Scoglio”. Saranno giorni chiave per testare il pieno recupero di Petrucci e Anatriello, uomini chiave frenati dai recenti infortuni.
Domenica una trasferta delicata, contro una delle squadre più in forma del momento. Dopo un inizio terribile, con quattro ko consecutivi, la matricola, che come il Sorrento non può utilizzare il proprio impianto ed è in “esilio” al San Nicola, ha decisamente cambiato marcia. Cinque i risultati utili consecutivi, otto nelle ultime dieci gare, con gli unici ko contro Monopoli e Catania.
Dopo le vittorie con Latina e Juventus Next Gen, fondamentali in ottica salvezza, sono arrivati i tre pari con Casertana, Potenza e Turris. L’Altamura è imbattuto insomma da un mese, dalla trasferta del “Massimino”, e ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi. L’ultima uscita giallorossa a Bari nel febbraio 2022, con l’inatteso blitz (1-2) firmato da Trasciani e Goncalves contro una squadra che poi vinse il campionato. Sembra un’altra epoca ma resta uno dei successi più prestigiosi della tormentata gestione Sciotto.