Dopo la grave sconfitta interna con la Cavese, in casa Messina si è tenuta una lunga riunione tecnica, alla ricerca di correttivi che non è semplice individuare. Giacomo Modica non si è presentato in sala stampa, a parlare a nome del gruppo il difensore Francesco Rizzo: “I punti persi non te li restituisce nessuno. Dobbiamo capire in cosa migliorare e lavorare di più, a testa bassa, perché i risultati non stanno arrivando. Il campionato corre e non ci aspetta nessuno. Fra tre giorni c’è un derby importante, al quale dobbiamo arrivare meglio. Dobbiamo unirci come gruppo per uscire da questa situazione”.
L’ex Nocerina è consapevole della gravità della situazione: “I gol subiti spesso sono in fotocopia: frutto di scarsa concentrazione, errori, superficialità e inesperienza. Dispiace commentare questa classifica che fa stare male tutti, la squadra, lo staff e il presidente. Noi seguiamo il mister e siamo con lui al 250%. Modica è come un padre, il nostro punto di riferimento. Lui ci ha scelto e noi abbiamo scelto lui”.
Il difensore centrale ha tenuto a ribadire il legame del gruppo con Modica: “Deve scattare una scintilla dentro di noi. Nel calcio quando le cose vanno male paga sempre l’allenatore per primo ma anche noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Il mister ci trasmette attaccamento, voglia, principi tattici e tecnici. Lui è un passionale, lavora bene sul campo, è ambizioso. Ci striglia, chiedendo sacrificio, e ci dà consigli”.
Lo stadio semi-deserto e in silenzio non aiuta ma Rizzo ammette che sapeva già in estate a cosa sarebbe andato incontro: “Il pubblico in casa ci avrebbe dato una mano, sarebbe stato il 12esimo uomo. Non aiuta ma non può essere un alibi. Sapevamo della contestazione ma abbiamo accettato la situazione. Siamo soli ma dobbiamo trovare qualcosa in più dentro di noi e reagire, sperando magari di riconquistare con il tempo un po’ di gente. Ci sono ancora 26 partite, in cui possiamo conquistare la salvezza. Viviamo e diamo tutto per il Messina”.