Dopo la presentazione estiva a Zafferana Etnea, il direttore sportivo del Messina Giuseppe Pavone è tornato finalmente a parlare in conferenza stampa all’indomani della desolante sconfitta rimediata ad Avellino. “Dopo un 6-0 il silenzio sarebbe stato meglio ma essendo qui da tre mesi è giusto esporsi ogni tanto. Sono un tipo chiuso, non amo i microfoni nè mettermi in mostra. Chiedo scusa per la prestazione di Avellino a tutti i tifosi e alla città. Una squadra di calcio è come una famiglia e io e il presidente siamo i genitori. Quando i figli sono felici bisogna restare in un angolo, quando ci sono problemi invece devono essere loro ad affrontarli”.
Al “Partenio” è emersa in modo lampante la difficoltà di un gruppo molto giovane, privo di leader carismatici: “Abbiamo problemi di classifica e sinceramente non ci aspettavamo una figuraccia del genere. Siamo i primi ad essere rammaricati anche perché inaspettata dopo le gare con Trapani, Benevento e Monopoli. Eravamo convinti che la nostra crescita sarebbe continuata. Abbiamo subito un black-out. La mia teoria è che nell’arco di un campionato ci siano tre-quattro partite in cui la squadra purtroppo non entra in campo”.
Pavone ha commentato anche il faccia a faccia con il presidente Sciotto: “Giustamente ci ha convocati per avere spiegazioni. Stiamo subendo troppi gol su calci piazzati, angoli e rimesse laterali. Questa lacuna ci è costata quattro-cinque punti. Si è creata anche una fobia degli ultimi minuti, in cui abbiamo sempre subito. Non cerco alibi perché sono tipici dei perdenti. Il mister si è assunto le responsabilità, che però sono condivise. Il presidente ci ha proposto un certo budget e un minutaggio, che abbiamo accettato”.
L’ex ds del Foggia rimarca anche il peso delle assenze: “Siamo convinti di avere una squadra che con l’aiuto di chi ci vuole seguire può tirarsi fuori da questa situazione. Siamo stati anche sfortunati per gli infortuni di Petrucci e Marino, gli elementi più esperti, che nei momenti cruciali dovevano trasmettere tranquillità, e Anatriello, che da 2004 è fondamentale in ottica minutaggio”.
I punti dilapidati fin dall’esordio casalingo con il Potenza pesano oltremodo: “Ci sta venendo la psicosi degli ultimi minuti, in cui abbiamo perso sei punti, contro Trapani, Casertana e Latina, quando eravamo sempre in vantaggio. Andiamo in confusione, abbiamo probabilmente paura di vincere. Cercheremo di lavorarci. Siamo felici e orgogliosi di questo gruppo, composto da gente seria e perbene ma anche da giovani che devono maturare. A volte nelle difficoltà si riescono a superare tante problematiche, legate ad esempio all’assenza di un campo di allenamento”.
Pavone ritiene che si sta ponendo qualche fondamenta: “Gli obiettivi più immediato sono la salvezza e la creazione di un gruppo nella prospettiva di un futuro più roseo per il Messina. Proprio per evitare di cambiare trenta calciatori ogni estate abbiamo iniziato a porre delle basi su cui programmare. Ci sono quattro-cinque elementi a cui si dovrebbero prolungare i contratti”.