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Modica: “Da due mesi vorremmo allenarci allo stadio. Ora serve una soluzione”

Il Messina che ospiterà domenica il Benevento al “Franco Scoglio” ha vissuto un’altra settimana complicatissima sul fronte logistico, quasi paradossale. In apertura della conferenza stampa di presentazione della gara contro la capolista il tecnico giallorosso Giacomo Modica ha parlato delle annose problematiche legate ai campi d’allenamento, rivolgendo un nuovo appello: “Le difficoltà sono ataviche e partono da molto lontano. Non è un problema se ci siamo allenati nel campetto a sette, se abbiamo fatto un allenamento proficuo e di sostanza in quel momento, ma bisogna scervellarsi per trovare una situazione per potersi allenare. Certamente non è uguale ad allenarsi nell’antistadio facendo solo delle corse che non ti aiutano a migliorare tatticamente e tecnicamente, né per quanto concerne l’aggressività. Ci sono dei problemi, però non mi va di dilungarmi, in quanto mi si è spesso rivolta contro questa situazione, come se volessi giustificare la mancanza di risultati. Io vorrei essere messo soltanto nelle condizioni di fare l’allenatore, ma purtroppo non è così. Ne prendiamo atto e bisogna andare avanti, sperando che possa incidere poco o niente sulla testa dei giocatori. Serve gettare il cuore oltre l’ostacolo con passione e dedizione. Le persone è fondamentale che si sveglino, chi ha coscienza e desiderio che il Messina possa recitare una parte bella e gradevole cominci a fare qualcosa. Per l’ottava settimana che sono qui non ho mai messo piede dentro questo campo che si chiama San Filippo se non per le gare ufficiali. Se questo è normale…”.

L’appoggio di Frisenna (foto Francesco Saya)

Le ultime tre partite hanno prodotto soltanto due punti, nonostante il Messina meritasse molto di più. “Siamo venuti meno a delle accortezze che hanno causato questi errori. Impegno e voglia di combattere contro tutti ci sono stati. Quelle piccole cose hanno determinato il risultato che viene portato a casa da chi sbaglia meno. Noi ci siamo meritati di perdere le partite, perché prendere gol al 97′ col Potenza significa perdere due punti, passare da 2-0 a 2-2 contro la Casertana, anche per scelte sbagliate, ci è costato altri due punti”.

“Io sono fiero di avere questo gruppo di ragazzi – aggiunge – dove l’impegno non viene mai meno e da parte di tutti c’é grande professionalità con tutte le mancanze che abbiamo. Dobbiamo essere bravi a capire di non avere alibi e giustificazioni, le partite vanno combattute fino alla fine, non dal 1′ al 70′, ma al 100′, finché l’arbitro non fischia, correggendo gli errori. Il calendario duro (Benevento, Trapani e Monopoli, ndr)? C’è, ma non implica molto, dobbiamo incontrare tutti. Affrontiamo adesso una squadra che sta benissimo, poi un’altra che potevi pensare di prenderla prima che non stava molto bene. Vediamo che succederà, se saremo bravi porteremo a casa qualcosa. Le sette partite disputate non ci hanno detto che non possiamo giocare a calcio, né ci sono state squadre più brave di noi dentro al campo. Abbiamo perso punti per ingenuità nostra e lì deve arrivare lo scatto di una squadra che vuole fare un campionato dignitoso e bello, prima per noi stessi e poi per chi ci viene a vedere”.

Il colpo di testa di Anzelmo (foto Francesco Saya)

Il gol subìto a difesa schierata contro il Picerno, dopo aver sfiorato più volte il vantaggio, ha evidenziato come certi meccanismi vadano registrati. “Dobbiamo non perdere in area le distanze, i riferimenti vanno presi, non lasciati a due o tre metri. In fase di difesa si deve vivere negativi, avendo paura nello sbagliare un metro perché ti fanno male, mentre in attacco puoi essere positivo sperando nell’errore dell’avversario. Noi stiamo vivendo in difesa con la leggerezza di essere in fase d’attacco. I due metri in più non si possono concedere, sul primo gol del Picerno eravamo a difesa schierata, quattro giocatori dentro e un solo attaccante loro, significa che si è attratti dalla posizione e dalla palla, perdendo di vista il riferimento. La palla in area non si aspetta, si cerca sempre. Un errore fatto in area è gol, quindi si marca”.

Come invertire la tendenza dopo i 12 gol incassati in 7 turni? “Confido nell’aiuto della gente più esperta in questi campionati. Abbiamo però preso gol sull’espulsione di Manetta col Potenza o per il fallo da rigore contro la Casertana dove bastava accompagnare l’avversario, avendo quel senso di lettura. Gli errori fanno parte del nostro lavoro, chi non è sbaglia vuol dire che è un fenomeno, riguarda anche me, che posso sbagliare le scelte o sostituzioni. La squadra quello che fa lo interpreta sul campo con piena consapevolezza e col desiderio di voler stupire. Adesso andiamo ad analizzare soltanto la classifica o i risultati, ma sotto il profilo della prestazione non ho nulla da rimproverare ai ragazzi”. 

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