Saša Bjelanović era tra i più commossi al funerale di Christian Argurio. Il croato aveva lavorato fianco a fianco con l’ex capo ufficio stampa, team manager e ds del Messina soltanto fino a pochi mesi fa, all’NK Istra. Argurio, da dirigente dell’area tecnica, aveva assistito il direttore sportivo Bjelanović, fungendo anche da capo del servizio di scouting del club, in un territorio, quello dei Balcani, che amava in maniera viscerale. “A volte trovi delle persone con le quali leghi per diverse ragioni. Con Christian – ricorda Saša, all’uscita dalla chiesa – ci siamo conosciuti nel 2018, nella mia prima esperienza all’Hajduk Spalato e da lì siamo diventati inseparabili. Lui era stato insieme a me fino a sei mesi fa, poi è tornato in Italia per andare a Novara. Ci sentivamo sempre, avevamo un rapporto che andava oltre al lavoro, da fratelli, condividevamo tanti aspetti extracalcistici”.
L’ex attaccante di Lecce e Vicenza, con una parentesi al Messina nel 2014-15, è ancora incredulo per la grave perdita. Bjelanović non può che sottolineare le grandi conoscenze e la vasta preparazione di Christian in ambito di calcio italiano e straniero, ma soprattutto il lato umano e il rapporto che avevano: “Sono venuto qui dalla Croazia, ma ho ancora la sensazione che domani lo chiamerò di nuovo per parlare delle solite nostre cose. Provo un dolore immenso. Ci siamo ritrovati negli stessi valori della vita, è stato un ragazzo eccezionale, perché per me oltre al calcio era un punto di riferimento. Nonostante lavorativamente nella gerarchia fossi un po’ più sopra di lui, Christian era quello che sapeva di più e infatti gli chiedevo dei consigli. Mi dispiace per la compagna Roberta, una ragazza che era stata colpita da un’altra tragedia qualche mese fa, le siamo vicini. Non ho parole, per me è ancora vivo, è difficile credere che sia successo veramente”.
E poi l’ex bomber giallorosso Igor Protti, tornato in riva allo Stretto insieme al “gemello” Cristiano Lucarelli, per tributare l’ultimo saluto a Christian Argurio, al quale era legatissimo, dopo aver condiviso con lui tante esperienze: “Con Christian ci siamo conosciuti quando sono arrivato a Messina, nel 1989. Lui era un ragazzino appassionato di calcio che cominciava a muovere i primi passi da giornalista. Da lì non ci siamo più lasciati, ci siamo ritrovati tantissime volte e ci sentivamo continuamente. Dovevo andare a trovarlo in questi giorni a Novara e invece sono dovuto venire qua. Nella vita, ma in particolar modo nel calcio, ragazzi del genere ce ne sono pochi. Una persona seria, onesta e competente. Per quanto mi riguarda uno dei miei grandi più amici che avevo e che continuerò ad avere perché voglio sperare che non sia finita qui e che possa essere comunque da qualche altra parte”.