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Addio a Totò Schillaci, bomber del Messina ed eroe di Italia ’90

Il mondo del calcio è in lutto e il Messina perde uno dei suo simboli. Totò Schillaci non ce l’ha fatta, dopo aver lottato fino alla fine. E’ morto a 59 anni (l’1 dicembre ne avrebbe compiuti 60), all’ospedale civico di Palermo, l’ex attaccante giallorosso, che dalla città dello Stretto ha spiccato il volo verso Juventus, Inter e la Nazionale azzurra, consacrandosi eroe delle Notti Magiche del Mondiale di Italia ’90, di cui fu capocannoniere trascinando la squadra di Vicini. Era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. A complicare il tutto il sopraggiungere della polmonite. Le sue condizioni erano improvvisamente peggiorate nelle ultime ore, come annunciato dai medici tramite un bollettino, dopo i miglioramenti dei giorni scorsi, a seguito del ricovero dello scorso 7 settembre. Totò si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.

Totò Schillaci
Totò Schillaci firmò 23 reti nel Messina di Zeman

Nato e cresciuto nel popolare quartiere palermitano di San Giovanni Apostolo, iniziò a giocare nelle giovanili dell’AMAT Palermo. Nel 1982 il passaggio al Messina, in Serie C2. Subito il salto in C1 e nel 1985-86, sotto la gestione Scoglio, contribuì con 11 reti alla promozione in B. Dopo aver sfiorato con i giallorossi anche la Serie A, nel 1988-89 il suo torneo più prolifico, con Zeman in panchina: 23 centri e il titolo di capocannoniere del campionato cadetto. Con i suoi 77 gol totali (61 in campionato, 16 in Coppa Italia), in sette stagioni, è il secondo cannoniere assoluto – preceduto solo da Renato Ferretti (89 reti) – nella storia del Messina. Ad attenderlo c’era il grande calcio.

Schillaci e Maradona
Schillaci e Maradona durante Italia-Argentina del ’90

Nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per 6 miliardi di lire. In bianconero, da assoluto protagonista, vinse Coppa Italia e Coppa Uefa, guadagnandosi in extremis la convocazione ai Mondiali di Italia ’90. Il gol decisivo all’Austria da subentrato, quello di testa alla Cecoslovacchia e poi, da sorpresa a titolare, in coppia con Roberto Baggio, le firme contro Uruguay, Irlanda e Argentina. Prodezze memorabili e quegli occhi sgranati che lo fecero conoscere al mondo intero. “Ancora Totò, è il suo momento magico” commentava Bruno Pizzul. Il sogno della conquista del mondiale si spense a Napoli ai maledetti rigori contro l’Argentina. Nella finale 3^ e 4^ posto il sesto sigillo contro l’Inghilterra, che gli valse il titolo capocannoniere e l’oscar di migliore giocatore della competizione. Nello stesso anno è giunto secondo nella classifica del Pallone d’oro, alle spalle di Lothar Matthäus. Dopo la seconda stagione alla Juventus e l’esperienza all’Inter, chiuse la sua carriera allo Jubilo Iwata, in Giappone. Una volta appese le scarpe al chiodo, ecco la tv con le partecipazioni all’Isola dei Famosi e Pechino Express, oltre alla gestione della sua scuola calcio. Addio a Totò Schillaci, colui che dai quartieri popolari di Palermo e dalla Sicilia è diventato l’idolo di un’intera nazione. “Ciao Totò” recita il post dell’Acr. Messina non lo dimenticherà mai.

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