Il 18 agosto scatta ufficialmente con il raduno la nuova stagione dell’Akademia Sant’Anna. Soltanto due le riconfermate. Tra loro Dalila Modestino, reduce dall’oro conquistato ai giochi europei universitari insieme alla sua nuova compagna di squadra Chiara Mason e all’ex Giulia Galletti: “Era la terza volta per me con un gruppo consolidato. Ci sono stati nuovi innesti, ma lo scheletro della squadra era lo stesso. Giocare con atlete come Alessia Mazzon, centrale della Cbf Hr Macerata, in off-season, è stato davvero bello. Ovviamente non hai la pressione di un normale campionato, ma allo stesso tempo sai di andare a giocarti la vittoria. Si vive in maniera più goliardica”.
Sarà una serie A2 tosta. Nel girone dell’Akademia almeno cinque potenziali protagoniste: “Sulla carta, giocarlo sarà tutta un’altra storia. Dovrebbe essere più duro rispetto al passato perché ci saranno più sestetti allestiti per fare molto bene. Girone ostico ma un’annata più bella. Arrivare in fondo sarà più difficile, vedremo come andrà a finire”. Con il fresco ricordo della post-season.
“Non vedo l’ora di tornare a giocare al PalaRescifina. I play-off sono stati un’emozione unica e in gara 3 di semifinale c’erano più di mille persone che piangevano con te, in piedi per applaudirti, nonostante il risultato. Non avevo mai vissuto un’esperienza simile e per me significa tanto giocare in quel palazzetto e vivere le stesse emozioni, anzi spero di provarne di nuove. Aspetto di rivedere tutti al palazzetto, magari pure più persone dello scorso anno. Abbiamo fatto vedere che non c’è solo il calcio; un messaggio che vorrei passasse”.
La pausa estiva è stata l’occasione, per Dalila, anche per ripensare alle varie tappe del suo passato pallavolistico: “Ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare, come accade un po’ a tutti gli atleti. Proprio allora però capisci che lo sport può diventare vita. Nel momento in cui reagisci, capisci che puoi imparare e portare a casa quegli spunti che poi possono servire sempre nelle situazioni più importanti. Ogni anno, ogni posto e ogni persona mi hanno insegnato qualcosa di diverso e sono felice di essere arrivata dove mi trovo e lo sono con tanta consapevolezza. Voglio esserci al cento per cento”.
Prima degli anni di Martignacco, nella vita di Modestino sono state importanti tante persone: “Compagne più grandi di me con cui è nata un’amicizia e che mi hanno insegnato tanto sia nello stare in campo che nella vita. Le porto con me e, quando sono in campo, cerco di ricordarmi di loro. È successo soprattutto quando sono stata capitano e mi sono ispirata a Valeria Carlozzi, ad Isernia nella stagione 2018-2019. La guardavo con ammirazione e cercavo, nel mio piccolo, di trasmettere qualcosa in più alle altre compagne. In generale tutti tendono a lasciarti qualcosa, nel bene o nel male”.
La striscetta sulla maglia e i gradi di capitano aiutano un atleta a completare la transizione da dilettante a professionista vero: “Nel primo anno di Martignacco mi sentivo l’ultima ruota del carro, non avevo mai fatto esperienze di quel tipo. A Caserta mi allenavo con la A2, ma avevo soltanto diciotto anni. Pian piano ho preso coraggio e il ruolo di capitano è stato anche motivo di orgoglio”.
In tempo di Olimpiadi il pensiero corre anche alla maglia azzurra: “È il sogno di ogni atleta arrivare ad un’Olimpiade. Resto con i piedi per terra e cerco di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata da un po’ di anni e per cui sto lavorando. Intanto, punto quelli; poi, nella vita mai dire mai. Sarebbe bellissimo e motivo di orgoglio rappresentare la propria Nazione”.