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Il Messina apre la stagione a Crotone. Ma è giallo sulla presenza di Modica

105 giorni dopo la trasferta di Monopoli, la stagione del Messina riparte da Crotone, sul campo di un’aspirante big del torneo, scottata dalla doppia retrocessione dalla A alla C e dal delicato ambientamento con la Lega Pro, dove spesso i grandi investimenti non sono sinonimo di promozione. Lo dimostrano le “favole” Juve Stabia, Mantova, Lecco e FeralpiSalò, soltanto per citare le ultime promosse.

Anatriello, Mamona, Curtosi e Salvo
Anatriello, Mamona, Curtosi e Salvo (foto Ciccio Saya)

Gli ultimi tre mesi e mezzo in riva allo Stretto sono stati invece da “incubo” e ad oggi non si intravede un lieto fine, che per la Curva Sud fa rima soltanto con “cessione del pacchetto di maggioranza”, per citare uno dei tanti comunicati estivi, fin qui rimasti in sospeso, tra lunghe attese, rinvii e una proroga sine die. Quanto seminato a cavallo tra 2023 e 2024 è un lontano ricordo. La società è rimasta a lungo in silenzio, come era già accaduto nelle estati precedenti, e i germogli sono seccati, a causa di una grave crisi idrica.

Simile a quella che turba il sindaco Federico Basile, il cui intervento (ritenuto dai più troppo “timido”) non è bastato per avere qualche dettaglio in più sull’identità dei potenziali acquirenti di un Messina che resta perennemente in vendita e nel frattempo è in ritardo nell’allestimento della rosa, con il rischio concreto dell’ennesima partenza ad handicap. Per l’esordio in Coppa Italia allo “Scida” scenderà in campo una squadra priva di Salvo, tra le rivelazioni dell’ultimo torneo, infortunato, e con ben sei esordienti assoluti in Lega Pro. Curtosi e Anzelmo, per citarne due, sono stati tra le rivelazioni della serie D, un po’ come accadde un anno prima a Frisenna.

Manetta
Manetta è fra i sei riconfermati (foto Giuseppe Scialla)

Ma è chiaro che puntare su tanti debuttanti resta un azzardo e che dal mercato il ds Pavone dovrà pescare un altro portiere, un over in grado di ereditare la scomoda eredità di Fumagalli, un centrale in grado di rappresentare un’alternativa a Manetta, Marino e Ndir e soprattutto tre innesti in attacco, dove Anatriello dovrebbe agire da punta centrale, con Petrungaro e Mamona ai lati. Garofalo, Franco e Frisenna sembrano in pole in mezzo al campo, anche se si tratta di previsioni prive delle necessarie conferme, dopo un ritiro vissuto a porte chiuse. In difesa Lia e Ortisi dovrebbero agire ai lati dell’esperta coppia MarinoManetta, uno dei pochi appigli a cui si aggrappa la tifoseria in contestazione, insieme a Giacomo Modica.

A proposito, da ore sul web impazzano le indiscrezioni relative ad una possibile assenza del tecnico nel giorno dell’esordio ufficiale. Dal club fin qui nessuna comunicazione o conferma sui “motivi personali” che lo costringerebbero ad una sofferta rinuncia. In tal senso giova ricordare che un rinnovo di natura biennale venne preannunciato in una conferenza stampa auto-convocata dall’allenatore presso un noto ritrovo cittadino. La conferma del club arrivò dopo settimane di attesa, senza un deposito del contratto in Lega. Nei giorni scorsi l’allenatore avrebbe effettivamente sottoscritto il rinnovo ma secondo indiscrezioni si tratterebbe di un semplice annuale con opzione di prolungamento.

Maurizio Miranda
Maurizio Miranda è il vice di Giacomo Modica

Di certo, alla vigilia della sfida con Emilio Longo, tecnico del Picerno dei miracoli, a cui è affidato il nuovo corso del Crotone, non è chiaro se il Messina sarà guidato dal vice Maurizio Miranda, all’esordio nelle nuove vesti dopo un grande passato in riva allo Stretto. Ai peloritani, incompleti e inesperti, serve un’impresa, per limitare i danni e scacciare lo scetticismo dilagante. Per dimostrarsi all’altezza del professionismo serviranno poi tanti altri ingredienti. Prima di tutto un’organizzazione e un budget adeguato, che consentano di completare la squadra sul mercato. E un presidente in grado di indicare la via. I problemi di salute non hanno aiutato Pietro Sciotto nell’ennesima estate sui generis degli ultimi quindici anni ma nel calcio del 2024 è fondamentale delegare a figure di propria fiducia. Viceversa si rischia di lottare contro i mulini a vento. E di finire prima o poi, come Don Chisciotte della Mancia, con il sedere a terra.

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