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Zampagna: “Le rovesciate per imitare papà. Gol incredibili ma ora ho tre ernie”

La rovesciata il suo marchio di fabbrica. Intervistato per “Panini Memories”, ripercorrendo figurina dopo figurina tutte le tappe della sua carriera, Riccardo Zampagna ha raccontato com’è diventato uno specialista in materia: “La rovesciata è un gesto tecnico che ho visto fare a mio padre, che purtroppo non c’è più. Lui non ha mai avuto la possibilità di giocare seriamente a calcio, ha iniziato a lavorare che aveva 11-12 anni, all’epoca c’era bisogno di portare la pagnotta a casa. C’era una partita tra genitori e figli, mio padre aveva litigato di brutto. Su un fallo laterale battuto da un compagno fece la rovesciata tipo Pelè nel film “Fuga per la vittoria”. In quel momento ho pensato che avrei dovuto imparare a farlo anche io. Così mi sono allenato tantissimo. Ricordo che a fine allenamento mi facevo fare i cross dai compagni, sia da destra che da sinistra, per provare le rovesciate. Adesso però ho tre ernie, la schiena ne ha risentito. Il più bravo a farmi i cross? Cristiano Doni all’Atalanta”. 

Zampagna
Zampagna festeggia un gol con la maglia del Messina

Un colpo riuscito anche tra le file del Messina, al San Filippo contro il Milan e poi nel match contro il Livorno che chiuse il trionfale campionato 2004/05, con i peloritani al settimo posto. In un Atalanta-Brescia, derby sentitissimo, l’ennesimo replay: “Il sogno di tutti i bergamaschi è vincere il derby con un gol in rovesciata in quel modo. A distanza di anni tutti vogliono sempre che racconto quel gol che fece venire giù lo stadio. Ai bambini, che ancora non esistevano all’epoca, hanno inculcato il mito del gol in rovesciata di Zampagna. Ho i brividi”.

Il gol più bello in assoluto lo ha realizzato in Fiorentina-Atalanta del 2007. Una rete spettacolare, per il 2-2 dei nerazzurri, che gli valse l’Oscar del calcio. “I gol sono tutti belli, ma il gesto tecnico va anche capito. Quello è stato un gol molto bello anche per l’intelligenza calcistica, sapevo in partenza dove si trovavano il portiere e il difensore. Mi ricordo che Frey stava ancora cercando la palla quando era già entrata. Fu un vero e proprio pallonetto all’indietro. Quando mi ha premiato Totti per l’Oscar del Calcio c’erano Kaka e Ronaldo il Fenomeno. Ronaldo disse che non avrebbe mai provato a fare un gesto del genere perché era poco flessibile e Kaka che sarebbe venuto a scuola da me. È stata una bella soddisfazione ricevere i complimenti da campioni di quel livello”.

Zampagna
Il celebre pallonetto di Zampagna alla Roma

Per l’Atalanta si trasferì in B, lasciando Messina nel gennaio 2006. “Ho rifiutato il Fulham, il Monaco allenato da Guidolin e il Psg per andare a Bergamo. Per me in quel momento l’Atalanta era come il Real Madrid, la tifavo sin da bambino, dato il  gemellaggio tra Ternana e Atalanta”.

In mezzo alle due esperienze in giallorosso, tra B e A, il campionato cadetto disputato con la Ternana, la squadra della sua città: “Il sogno di ogni bambino e tifoso è passare dall’altra parte ed io ci sono riuscito giocando per la Ternana. Sono veramente contento di aver indossato la maglia rossoverde. Volevo rimanere, ma ognuno ha il suo destino. Ho lasciato comunque qualcosa di buono, 21 gol, record attuale per la Ternana, stabilito da un ternano”.

Zampagna e Cristante
Zampagna e Cristante nell’area della Reggina

Infine, il momento più brutto e quello più bello della carriera di Zampagna. “Il più brutto quando ho lasciato l’Atalanta. I più belli li ho vissuti a Bergamo, Terni e Messina. Ne indico due. Il primo gol con la Ternana sotto la curva, con mio cugino che piange ed io che mi rivedo dall’altra parte, passato da tifoso a calciatore rossoverde. E il primo gol realizzato in Serie A con il Messina contro il Roma, perché ogni volta che lo rivedo mi dà gioia”.

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