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Furnari: “Cerco un progetto serio, non rivincite. Ho sempre dato il massimo”

Le ultime esperienze in panchina non sono state fortunate, ma Giuseppe Furnari è pronto a rimettersi in gioco, aspettando la telefonata giusta che possa proporre un progetto tecnico interessante, in grado di poterlo rilanciare. Un anno fa la chiamata della Jonica, che lo ha voluto per proseguire l’ottimo lavoro avviato la stagione precedente da Emanuele Ferraro. Furnari lavora con un modulo nuovo, cerca di marchiare la squadra con la sua idea di calcio, ma i risultati non arrivano.

Jonica
Giuseppe Furnari davanti alla sua panchina (foto Ciccio Saya)

Non mancano però le prestazioni: la Jonica gioca ottime gare, anche contro avversari più quotati, ma troppe volte non riesce a sfruttare le occasioni. Dopo la sconfitta con il RoccAcquedolcese del 28 novembre, al termine dell’ennesima partita caratterizzata dai tanti errori in fase offensiva, la separaziome anticipata dal club santateresino.

“C’erano tutti i presupposti per fare bene – ammette Furnari -. La squadra infatti ha dimostrato il proprio valore nell’arco del campionato. Nelle prime giornate abbiamo dovuto affrontare problematiche burocratiche, avevamo in organico tanti giocatori stranieri che non potevano essere schierati per via della mancanza dei transfer e per questo motivo nelle prime partite ho dovuto schierare anche sei o sette under. Una volta che ho avuto l’organico a disposizione mi ritenevo soddisfatto della risposta in campo dei ragazzi: abbiamo giocato ottime partite contro avversari importanti, abbiamo messo in difficoltà l’Enna, subito allo scadere il pareggio contro il Città di Gela e con Milazzo o Leonfortese abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo”.

Giuseppe Furnari
Giuseppe Furnari premiato come miglior tecnico della categoria nel 2018

Gli episodi non hanno sorriso al tecnico messinese: “La gara di Acquedolci è stata lo specchio di quel periodo. Venivamo da sette risultati utili, di cui cinque pareggi, siamo passati in vantaggio creando tante volte i presupposti per raddoppiare, salvo poi pagare delle ingenuità. Alle volte le stagioni sono fatte di momenti, subito dopo il mio esonero la Jonica ha vinto due partite allo scadere e si sono sbloccati. Purtroppo con i se e con i ma non si fa nulla, figuriamoci il calcio. Credo che si sarebbe potuto fare cose importanti ma quando i risultati mancano è normale che nel calderone ci finisca il tecnico”.

Furnari è in attesa del progetto giusto e il riferimento è anche agli aspetti logistici: “Mi è stato riferito che il mio nome è circolato per qualche società, ma al momento di concreto non c’è stato nulla. Sono in attesa di un progetto interessante, cerco innanzitutto la serietà della società, la capacità di saper fare calcio in un certo modo, che preveda innanzitutto il mettere nelle condizioni un tecnico di lavorare con la squadra in un campo di allenamento”.

Carmine Coppola
Mister Giuseppe Furnari a colloquio con Carmine Coppola

L’ex Città di Messina e Igea Virtus non cerca rivincite: “Ho sempre dato tutto e mi sento a posto con la coscienza. Arrivare da esperienze ritenute negative non mi dà una carica in più, perché io ho sempre messo tutto me stesso ovunque sia andato. A Barcellona pur essendo subentrato dopo poche partite ho riportato comunque l’Igea in Eccellenza, con l’Atletico Messina in Promozione ho raggiunto ciò che mi è stato chiesto, al Città di Taormina due stagioni fa sono arrivato a campionato in corso e credo che fosse difficile raggiungere qualcosa di più”. 

Furnari torna a parlare di un momento della sua carriera, quando si ritrovò senza squadra dopo lo straordinario biennio con il Città di Messina: “Tra 2017 e 2019 mi sono tolto grandi soddisfazioni perché dopo un campionato dominato con il Camaro in Promozione sono stato chiamato dal Città di Messina, dove ho vissuto un biennio straordinario. Abbiamo vinto un grande campionato in Eccellenza capovolgendo ogni pronostico, l’anno successivo in D ci davano tutti per spacciati e invece abbiamo raggiunto una salvezza che forse vale più di due promozioni. In quel momento non nascondo che nutrivo normali ambizioni, speravo qualcuno avesse notato il mio lavoro e invece mi sono ritrovato senza panchina e a distanza di pochi mesi ad allenare in Promozione, seppur in una piazza importante come Barcellona. Purtroppo lì mi sono scontrato con alcune logiche del calcio, che non premia la meritocrazia, ma non ho rimpianti”.

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