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Cocuzza: “Messina può riemergere solo se unita. Calaiò non ha bisogno di consigli”

La maglia del Messina, che ha indossato a più riprese, come una seconda pelle. Gol indimenticabili, il boato della Curva, il sogno diventato realtà della promozione tra i professionisti, la fascia di capitano al braccio. Non soltanto gioie in quegli anni contraddistinti pure da difficoltà e vicissitudini societarie. Lo scorso settembre la decisione di appendere gli scarpini al chiodo, ma alla fine la voglia di calcio giocato è sempre troppo grande.

Sicilia Football Club
La Sicilia Football Club allenata da Totò Cocuzza ha vinto la terza categoria

Così a 36 anni Totò Cocuzza ha appena celebrato un’altra promozione: “Ero allenatore-giocatore in terza categoria con la Sicilia Football Club, abbiamo appena vinto il campionato con 14 punti sulla seconda. Ora prepareremo il nuovo: stiamo effettuando dei provini, a fine agosto scatta la preparazione. Siamo una società emergente, che vuole fare le cose perbene”. 

Nel capoluogo c’è grande attesa per le mosse della proprietà saudita, che vorrebbe riportare i rosanero in serie A: “La mia Sicilia Fc ha un presidente passionale come Santino Spuria, che gestisce proprio lo store del Palermo in centro città: ci siamo divertiti, può iniziare un bel percorso. La squadra di Dionisi chiaramente punta al massimo con una proprietà di altissimo livello ma io credo anche che nessuno sperpera denaro”. 

Totò Cocuzza
Totò Cocuzza contrastato da un avversario

Cocuzza ha esordito in B con il Catanzaro nella stagione 2005/06 ma il Messina resta la squadra a cui ha legato di più la sua carriera, avendo superato le cento presenze e i trenta gol complessivi: “Lo seguo sempre, sono ritornate peraltro persone a me care. Ero molto contento quando ha scalato la classifica e speravo nell’impresa playoff, che era davvero vicina. Hanno pesato sfortuna e alcuni episodi davvero sfavorevoli ma non è mai facile rincorrere. La salvezza in anticipo comunque va bene. Spero ci sia una programmazione adeguata per il futuro per riportarlo dove merita”. 

Dopo Totò, il Messina ha ritrovato con Michele Emmausso un altro numero dieci talentuoso: “Ha segnato con il Catania, a Caserta ha fatto benissimo. Ha qualità e colpi importanti. Sono giocatori che hanno tastato la piazza, sanno cosa significa questa maglia, deve dare qualcosa in più per fare davvero la differenza. È il bello di Messina, dove ho vissuto momenti bellissimi e vicissitudini bruttissime. Ma poche città ti fanno sentire così importante”. 

Totò Cocuzza
Totò Cocuzza ai nostri microfoni nel 2015

Solido il legame con il cugino Giorgio Corona, che peraltro ha vissuto la soddisfazione dell’esordio del figlio in serie A dopo le venti reti in Primavera con l’Empoli: “Ci sentiamo spesso. Vive questo momento con più maturità e responsabilità rispetto ad un padre normale. Giacomo è fortunato: ottiene tanti consigli sani da parte di un padre veterano, che si è imposto a livello nazionale, questo può soltanto aiutarlo”. 

Cocuzza ha lasciato il grande calcio pur essendo un classe 1987. Una scelta obbligata: “A Palermo mi divido ancora tra il campo, il lavoro e le due bimbe. Per questioni familiari non ero più sereno a stare lontano da casa e poi con onestà intellettuale gli ultimi due anni sono stati massacranti, tra un crociato rotto, una spalla e una caviglia operate. Non mi divertivo come prima e quindi ho preferito così. Ho chiuso con i 19 gol a Paternò e la vittoria del campionato e poi a Favara. Ma dopo oltre 20 anni il richiamo della famiglia è stato più forte”.

Totò Cocuzza
Totò Cocuzza con la fascia da capitano

Fra le 31 reti siglate con il Messina è difficile scegliere la più bella: “Ho ricordi stupendi ma voglio citare la doppietta in casa con il Cosenza, nel giorno del ritorno da capitano tra i professionisti. È stata una notte magica per me, la più significativa. Era la rinascita mia e del club, che era appena ripartito dopo un fallimento”. 

Il miglior risultato dell’ultimo decennio è proprio quel settimo posto in C con Di Napoli allenatore: “Furono operate belle scelte di mercato. Il grande merito di Arturo? Era un grande motivatore. Un giocatore normale da sei con lui diventava da otto, ti tirava fuori il massimo”. 

Sciotto e Cocuzza
La stretta di mano tra Pietro Sciotto e Totò Cocuzza nel 2017

Cocuzza è stato anche un giocatore del Messina di Sciotto e non condivide il clima di grande negatività: “Sono tornato due volte in serie D, sembra esserci un incantesimo. Io chiaramente non posso esprimere giudizi approfonditi ma vedo troppe critiche. Anche questa proprietà spende, sta investendo soldi per provare a propiziare un sogno. Non accetto il silenzio totale del resto della città, che con poco potrebbe riemergere. Anche perché ce ne sarebbero le possibilità”. 

Per la carica di nuovo ds è in corsa anche Umberto Calaiò, che è stato il procuratore di Cocuzza: “Mi ha seguito per tre anni ma lo conosco da venti. È onesto e leale, una persona perbene. Ho poco da dirgli, sa benissimo come comportarsi in certe piazze. È un uomo vero, gli faccio un in bocca al lupo e l’augurio di buon lavoro se davvero sarà lui il nuovo direttore”. 

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