Parola di Zar. Igor Protti, uno dei bomber più prolifici della storia del Messina, è intervenuto ai nostri microfoni alla Triennale di Milano, in occasione de “La Notte della C” per la presentazione del nuovo logo della Serie C Now, soffermandosi sul valore della terza serie italiana, dalla quale spiccò il volo verso la maglia giallorossa e i grandi palcoscenici: “Sicuramente la Lega Pro è una categoria molto importante. La conosco particolarmente bene anche da calciatore perché da qui ho iniziato nel lontano al 1984 con la squadra della mia città, il Rimini. L’ho poi vissuta in due fasi distinte, dal 1984 al 1989 e poi dal 1999 al 2002 (al Livorno, ndr). Un campionato che abbraccia tutta Italia, ci sono realtà e città molto importanti. Ho sempre avuto la mia idea che il calcio sia importante a prescindere dalle categorie, A, B o C. Cambiano ovviamente l’attenzione e la mediaticità, ma il senso di appartenenza rimane lo stesso”.
Ingaggiato dal Messina del presidente Massimino nell’estate 1989 dalla Virescit Bergamo, giocò in riva allo Stretto dal 1989 al 1992, ereditando il posto in attacco di un certo Totò Schillaci che era intanto approdato alla Juventus. I 31 gol realizzati in 105 gare di campionato lo hanno fatto diventare tra gli idoli indiscussi della tifoseria peloritana. “Ho avuto la grande chance di arrivare a Messina nel 1989. Giocavamo al Celeste, uno stadio storico e iconico per la sua conformazione, con i tifosi a ridosso del campo. Un tifo che si sentiva veramente in maniera imponente quando la gente incitava la squadra nelle gare casalinghe. Sono stati tre anni bellissimi, dei quali conservo un grande ricordo. Il Messina mi ha permesso di affrontare per la prima volta la Serie B”.
A vent’anni dalla storica promozione in A conquistata dal Messina, al culmine di un campionato cadetto memorabile nel quale anche il Livorno di Protti (Igor faceva coppia in attacco con Lucarelli) centrò il salto in massima serie, c’è da fare i conti con una realtà ben diversa e in generale con un Sud che fatica ad emergere, come testimonia la sola presenza di Napoli e Lecce nell’Olimpo del calcio: “Chiaro che il mio può essere un augurio, non conoscendo da lontano le dinamiche interne posso soltanto sperare e tifare per una squadra nella quale ho giocato. Al Sud vissuto grande parte della mia carriera, tre anni a Messina, quattro a Bari e uno a Napoli”.
Insieme a Dario Hubner è l’unico calciatore ad aver vinto le classifiche marcatori di tutte le categorie professionistiche: Serie A nel 1995/1996, Serie B nel 2002/2003 e Serie C1, nei due anni che vanno dal 2000 al 2002. Protti aggiunge: “Sono l’unico calciatore di una squadra del Sud che non sia il Napoli ad aver vinto la classifica cannonieri in Serie A (al Bari 1995/96 con 24 reti, ndr) e di questo ne vado orgoglioso. Mi sento un emigrante al contrario perché mi sono adattato molto bene alla gente del Sud che ha un calore enorme che ho sentito immediatamente e ancora oggi, a distanza di tempo, ho bellissimi rapporti con le persone delle città dove sono stato”.