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Campolo: “Nel 2004 gioia immensa. Gruppo coeso, fu una cavalcata trionfale”

Dalla C1 alla A. Arrivato a Messina da rinforzo di spessore nel marzo 2001 per la lotta al salto in cadetteria, Sergio Campolo, nato e cresciuto nella Reggina, ha vissuto indimenticabili emozioni sull’altra sponda dello Stretto. Autentico gladiatore, ha dato tutto per la maglia, tra i pilastri della memorabile scalata prima sotto la gestione Aliotta e poi con Franza. Il centrocampista aveva evidentemente intuito prima di tanti la bontà di un progetto vincente. Nel 2004 la gioia più grande, la seconda promozione centrata in giallorosso dopo quella di tre anni prima: “La promozione in A ha avuto per me un sapore del tutto particolare rispetto alla precedente. Affrontammo un campionato difficilissimo visto com’eravamo partiti. Con Patania le cose non andavano bene, ci fu il suo esonero e l’arrivo di Mutti, poi la squadra è stata rinforzata ed ha avuto inizio una cavalcata trionfale”.

Sergio Campolo nella figurina dell’epoca

Oggi la mente torna alla magica serata del 5 giugno e alla festa della gara col Como al “Celeste”. “Momenti eccezionali, soprattutto a fine partita con i festeggiamenti in campo. Fu grande l’atmosfera vissuta a Messina nelle strade, una gioia immensa. Peccato essere poi andato via non potendomi godere la serie A, ma i ricordi rimangono indelebili”.

Capitano coraggioso, un gol al Cagliari nel tribolato inizio di stagione, poi la fortuna gli voltò le spalle. Qualche infortunio di troppo lo tenne a lungo ai box, proprio sul più bello. Anche in quei frangenti però, il ruolo cardine a livello di spogliatoio è stato fondamentale. “Mi era stata affidata la fascia di capitano qualche anno prima e quando sono stato fuori per infortunio ho dato sempre il mio contributo a livello morale, supportando mister Mutti. Eravamo relegati in fondo alla classifica in una posizione pericolosa. Noi più anziani abbiamo cercato di dare solidità al gruppo e di sostenere la squadra”.

Sergio Campolo
Sergio Campolo ha allenato l’Acr Messina nel 2010-11

Leader alla Di Vaio al Bologna o Del Piero alla Juventus, secondo Lavecchia: “Ringrazio davvero Gigi per i paragoni, lui era una spina nel fianco, ha fatto benissimo in quel campionato. Ricordo però il contributo prezioso di tutti i giovani tra cui Gentile, per non parlare ovviamente degli altri come Di Napoli. Da un certo periodo in poi il nostro cammino è stato trionfale da tutti i punti di vista, su qualsiasi campo si andava giocavamo a viso aperto. Una promozione sudatissima e meritatissima”.

Determinante la forza del gruppo per raggiungere un traguardo incredibile: “Il gruppo portante che proveniva anche dalle precedenti annate fu importantissimo, con l’aggiunta di qualche grosso giocatore, ma soprattutto lo zoccolo duro fece la differenza. Avevamo un gruppo coeso, mister Mutti col suo arrivo fu bravo a trovare l’amalgama e a far rendere tutti al massimo, anche chi fino a quel punto era stato in difficoltà”.

Sergio Campolo
Sergio Campolo alla Vibonese

Il Messina lo avrebbe poi anche allenato. Era il 2011, in Serie D, sotto la gestione Martorano, dopo l’addio con Beoni e l’ennesima rivoluzione. I risultati furono dalla parte di Campolo: “Quando sono subentrato abbiamo fatto otto vittorie, tre pareggi e una sconfitta, una media promozione, ma sono stato esonerato da quinto in classifica. Purtroppo si erano create delle incomprensioni col gruppo dirigenziale. Mancavano tre partite e si poteva puntare ai playoff. Io presi quel Messina penultimo, facendo la squadra in tre giorni, dovendola ricostruire dal 6 al 9 gennaio per la chiusura del mercato, con parecchi elementi fuori condizione. Con tutte le attenuanti sotto la mia gestione si fece bene. Un po’ di inesperienza dei dirigenti, il mio carattere, non siamo più andati d’accordo ed è finita lì”.

Campolo, che punta a rientrare in pista dopo l’ultima esperienza lavorando coi giovani alla guida della Primavera della Vibonese e un periodo di stop forzato, ha osservato l’ultimo campionato del Messina, concluso mantenendo la Serie C. “Ha ottenuto una salvezza tranquilla. Messina merita palcoscenici migliori, mi auguro che la proprietà riesca a programmare e a riportare la squadra in Serie B”.

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