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Rossi: “Con Scoglio la svolta della carriera. Ero pronto a seguirlo in Africa”

Romolo Rossi è stato un grande difensore del Messina, tra il 1984 e il 1987 e dalla città dello Stretto non si è più mosso: “Ho giocato un centinaio di gare in tre anni, due in C e uno in B. A fine carriera sono rimasto qui per amore e i miei due figli. Ho aperto varie attività commerciali. Io sono originario di Ostia e Messina è ormai una città adottiva, avendoci vissuto per 40 anni. Mi sono abituato a questa dimensione, con tutti i suoi limiti è una realtà vivibile anche grazie alla gente e al clima. Sento ancora gli amici romani, che mi raccontano di una metropoli con tanti controsensi”. 

Franco Scoglio
L’indimenticabile Franco Scoglio in panchina

L’ex centrale ripercorre le principali tappe della carriera: Potenza è stata la mia prima esperienza significativa e la ricordo con piacere. Vivemmo momenti terribili con il terremoto ma abbiamo fatto grandi cose. Ad Agrigento ho vinto il campionato con Rubino, il tecnico che mi ha scoperto. Poi subentrò in C1 Franco Scoglio, che mi ha lanciato, e fummo la squadra rivelazione, con quindici risultati utili consecutivi contro formazioni di primo piano, come Taranto, Foggia e Bari”. 

Il “Professore” rappresentò la svolta della sua carriera: “Ci ha rivalutato tutti. Eravamo emeriti sconosciuti, anonimi, divenimmo un punto di riferimento per Messina. Mi apprezzò prima ad Agrigento e poi mi portò qui. Pensavo di essere inamovibile dopo quei quattro anni insieme ma poi non mi riconfermò dopo la B. Lì ci siamo un po’ persi”.

Franco Scoglio
Il Messina di Franco Scoglio edizione 1985-86

Nel 2005 Scoglio, reduce dalle esperienze sulle panchine di Tunisia e Libia, richiamò però Romolo: “Poco prima che lui se ne andasse in quel modo terribile, in quella maledetta trasmissione che chiuse tragicamente la sua vita, mi chiamò per andare con lui ad allenare un’altra Nazionale Africana. Gli avevano offerto un’altra panchina e voleva con sé anche Bellopede, Catalano e Ricciardi. Non so chi lo avrebbe seguito, io sicuramente sì. Per me fu un riconoscimento postumo, che mi meritavo”.

Dal 6 al 9 giugno Rossi ricorderà a Lipari Scoglio con tanti ex compagni: “Ritroverò i fratelli che ti regala soltanto il calcio. Con loro abbiamo un rapporti molto forte e consolidato, con qualcuno scapperanno le lacrime. Venditelli non lo vedo da tantissimo tempo. C’è grande voglia di stare un po’ insieme”.

Franco Scoglio
Franco Scoglio al San Filippo, nello stadio ribattezzato in suo onore

Romolo, oggi vulcanico e apprezzato opinionista tv, viene ricordato anche per i festeggiamenti sfrenati con cui celebrò le sue cinque reti con il Messina: “Ora è più difficile vedere l’emozione che un calciatore dovrebbe trasmettere soprattutto ai tifosi. E non capisco perché ci si toglie sempre la maglietta, che porta pure l’ammonizione”.

Il confronto con il calcio di quarant’anni fa per Rossi è spietato: “Per me quello di oggi non è più spettacolare. In tutti i campionati c’erano grandi campioni praticamente dappertutto. Da Maradona al grande Milan, ma anche in B e in C c’era molta più qualità. Oggi in Lega Pro il livello è più basso. C’è un’esasperazione tattica ma elementi come Catalano, Caccia e Bellopede erano tecnicamente superiori alla serie B attuale. E poi oggi il calcio va all’indietro e il portiere è quello che gioca più palloni. Un paradosso”.

Rossi, Schillaci, Ricciardi e Catalano
Rossi, Schillaci, Ricciardi e Catalano a un evento con le vecchie glorie

Con Modica è stato feeling immediato: “Giacomo non lo avevo mai incontrato o conosciuto, però dopo i primi contatti mi ha colpito subito umanamente. La scuola di Zeman incide: mostra correttezza e pragmatismo, ho avuto un bellissimo rapporto”.

Il futuro adesso è come tradizione un’incognita: “Non so se resterà, ma la società dovrebbe valorizzarlo maggiormente. Senza di lui la salvezza non l’avremmo raggiunta. Ha attratto anche tanti giocatori insieme a Domenico Roma, un ds giovane che ha lavorato bene con un budget ridotto. Tanti giocatori sono stati valorizzati”. 

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