Per il direttore sportivo Francesco Lamazza non è stato un anno semplice. Il Brindisi, al quale si è legato il 15 gennaio scorso, ha avuto un sussulto d’orgoglio nel finale di torneo, quando la situazione era ormai compromessa: “I nuovi acquisti sono entrati in condizione troppo tardi e i punti di penalizzazione hanno pesato mentalmente. Non c’erano i presupposti per raddrizzare la situazione. Il mister Nicola Losacco è riuscito a trovare una quadratura e fare risultati, chiudendo in crescendo. Siamo retrocessi sul campo per sei punti, che in una situazione normale sarebbero stati anche recuperabili. Arrivando appaiati a Francavilla e Monterosi avremmo giocato i play-out perché eravamo in vantaggio con entrambe negli scontri diretti”.
Lamazza è stato ds del Messina nella stagione 2017/18, la prima con Sciotto al timone e Modica in panchina: “Nella prima parte era fisiologica qualche difficoltà con una squadra totalmente nuova. Il mister conosceva molti interpreti ma il campionato era tosto. Monopoli, Francavilla e Potenza, che sono sempre state a ridosso dei play-off, quest’anno hanno fatto grande fatica. Il Messina ha disputato un grande girone di ritorno. Giacomo lo conosco perfettamente e sapevo che sarebbe uscito alla distanza. Ha svolto un grandissimo lavoro”.
Come era già avvenuto nelle ultime estati la proprietà si è trincerata nel silenzio, in attesa delle prime imminenti scadenze (il 24 maggio va regolarizzata la questione stadio): “Il presidente Sciotto sta ponderando con cautela le prossime mosse. La C comporta molto spese e lui è oculato nella pianificazione. È solo e questo non aiuta. La città sogna obiettivi in linea con il blasone del Messina ma le presenze allo stadio non sono quelle di un tempo e diventa tutto piò complicato. Spiace riscontrarlo anche perché io sono legatissimo ai tifosi”.
Il nodo è sempre quello degli investimenti: “Spero che qualcuno affianchi Sciotto, serve forza economica come si è visto a Trapani, altrimenti si va facilmente in difficoltà. Questa proprietà comunque mantiene gli impegni, ha sempre garantito l’iscrizione ed evitato penalizzazioni, non è poco. Basti pensare alle difficoltà economiche dell’Ascoli retrocesso dalla B”.
Modica ha indicato nella questione logistica un altro innegabile limite: “Non si è ancora in ritardo perché tanti club stanno pianificando nel dettaglio il budget su cui potranno contare. Bisogna capire quali saranno gli obiettivi. È chiaro che vanno risolti i problemi legati ai campi di allenamento, l’organizzazione è fondamentale”.
Sarà una Lega Pro grandi firme: “Il livello è molto alto, ci sono grandi piazze e questo incide anche a livello ambientale. Se non verrà promossa una formazione del girone C si ritroveranno Avellino, Benevento, Catania, Crotone e Trapani, e realtà sulla carta minori che ormai sono una realtà, come il Picerno. Se nel girone A le neopromosse saranno la Clodiense e l’Alcione, dalla B scenderà una tra Bari e Ternana, che dominarono la C soltanto qualche anno fa”.
Da dove ripartirebbe Lamazza? “Al di là degli elementi sotto contratto, Rosafio lo prenderei subito se la Spal lo vendesse. Anche a Ferrara hanno disputato un campionato al di sotto delle aspettative prima della risalita nel girone di ritorno”. Da decifrare il futuro del Brindisi, che dopo la retrocessione rischia peraltro ulteriori retrocessioni: “Mi è stato chiesto di rimanere ma bisogna capire chi rileverà la società. Ho avuto anche dei contatti con società di Lega Pro”.