Dopo il Crotone, il “Franco Scoglio” è pronto ad ospitare un altro avversario blasonato come il Foggia. Di fronte ci saranno due delle squadre più in forma dell’intero torneo. Il Messina ha cambiato marcia dopo un novembre nero che l’aveva relegato sul fondo della graduatoria e ora deve amministrare otto punti di margine sui playout e può strizzare l’occhio ai playoff, distanti appena una lunghezza. In pole per gli spareggi promozione ci sono proprio i pugliesi, che hanno cancellato una flessione da horror con cinque vittorie nelle ultime sette gare.
I peloritani per il terzo anno consecutivo hanno raddrizzato una prima metà di stagione deludente, andando al di là di ogni previsione estiva, con puntelli mirati, da Rosafio a Dumbravanu, più che gli stravolgimenti voluti da Pitino, Logiudice e Raciti nel biennio precedente. Le intuizioni estive del ds Roma e del tecnico Modica, da Salvo a Frisenna e Zunno, hanno consentito una risalita impronosticabile ed esaltante, a dispetto del contributo fin qui tiepido del grande pubblico. Quando a Natale il presidente Sciotto indicò i playoff come potenziale obiettivo raccolse più sorrisi ironici che consensi, ma il campo gli ha dato ragione.
Il Foggia è stato rigenerato da un mercato rivoluzionario a gennaio, caratterizzato da ben venti operazioni (dieci acquisti e altrettante partenze) e ora vuole bissare l’exploit di un anno fa, quando una società sull’orlo del baratro, contestata dalla tifoseria, si risollevò con Delio Rossi in panchina, centrò i playoff e poi in barba ad ogni pronostico avverso arrivò fino in finale, persa tra le polemiche con il Lecco che ora è fanalino di coda in serie B. I rossoneri provano a ripetersi e a Messina si presenteranno forti di 16 punti conquistati in sette gare: soltanto il Benevento vice-capolista ha fatto meglio.
Sugli spalti è attesa una grande cornice di pubblico e si prova a replicare il “tutto esaurito” del derby vinto contro il Catania (la capienza è limitata a quota 6.900). Annunciate la presenza di 400 studenti e di una delegazione di 60 tifosi dal comune di Santa Lucia del Mela. La squadra, uscita indenne anche dalla doppia trasferta del “Vigorito” e di Latina, merita d’altronde un grande abbraccio. L’auspicio è che possa fare la partita, al netto del peso della posta in palio, un po’ come è avvenuto nelle migliori recite stagionali, a Caserta, ad Avellino o Benevento.
La speranza è di evitare sprechi casalinghi, come quelli con Turris e Brindisi, che avrebbero potuto regalare una classifica ancora più esaltante. Anche se qualche punto di troppo manca soprattutto per i torti arbitrali e l’incredibile digiuno alla voce rigori (l’ultimo in casa in Lega Pro risale al 2017). Di fronte a Fumagalli, tra gli elementi chiave in casa Acr, potrebbero esserci Manetta e Dumbravanu. Se il moldavo sarà risparmiato dopo il pestone al tallone subito in partitella, spazio a Polito o Pacciardi, out da nove gare ma finalmente in ripresa. Sulle corsie Ortisi e Lia (sembra favorito su Salvo).
In mezzo Franco e Frisenna sono in pole rispetto a Firenze e Giunta. Il vero dubbio riguarda la prima punta. Plescia, ristabilitosi da un attacco influenzale, è insidiato dall’uomo del momento, Zunno, autore già di sette reti nel 2024. Se verrà riproposto da “falso nueve”, dovrebbero supportarlo Rosafio, il rientrante Emmausso e Ragusa. Ma l’impressione è che l’ex Sassuolo potrebbe partire ancora dalla panchina, con Zunno nel tridente a supporto di Plescia. Per una settimana le opzioni aumentano, al netto delle condizioni non ottimali di qualche protagonista, come Civilleri.
Nelle ultime sei giornate il Messina vuole prima di tutto divertirsi, senza troppe pressioni, anche se il test è uno dei più complicati dell’anno e l’attesa palpabile. Serviranno freschezza e lucidità ad un Messina che è la squadra con più cartellini rossi del girone e ha ben sei diffidati. La truppa di Modica ha saputo proporre un gioco piacevole, mostrando grande spirito di sacrificio e “garra”, come testimoniano le innumerevoli rimonte. La gente è tornata ad innamorarsi di un club che dal 2009 vive annate a dir poco travagliate, che hanno allontanato i giovani. I playoff potrebbero rappresentare una scintilla ma per tanti appassionati audacia e consapevolezza vengono perfino prima dei risultati.