Un Messina tra i più belli della stagione in formato trasferta è tornato da Benevento con un punto strameritato, al cospetto della seconda forza del torneo, imbattuta nel girone di ritorno sotto la gestione Auteri. Il portiere Ermanno Fumagalli, leader assoluto dei peloritani, ha analizzato l’1-1 del “Vigorito” dagli studi di Rtp, ospite della trasmissione “Antenna Giallorossa”: “La nostra è stata una bella prestazione contro una squadra forte, costruita per vincere, che ha speso non so quanti soldi. In campo non si vedeva però questa differenza. Senza essere presuntuoso dico che chi non conosceva la classifica avrebbe detto che c’era il Messina al secondo posto. Abbiamo prodotto un gran bel calcio e dopo lo svantaggio abbiamo continuato a giocare, nonostante i torti che si susseguono come se niente fosse. Abbiamo dimostrato di essere una squadra tosta”.
Il turnover ha premiato Modica e un plauso da parte di Fumagalli va soprattutto a chi, schierato dal 1′ a Benevento, non era stato fin qui impiegato così tanto ed ha sfruttato l’occasione. L’impressione è chiara: pur cambiando gli interpreti, in un gioco collaudato tutti riescono oggi ad esprimersi a meraviglia. “C’erano parecchi giocatori come Giunta, Civilleri e Polito che non avevano trovato molto spazio e hanno fatto una grande partita perché ci alleniamo in un determinato modo e abbiamo delle certezze. Un gruppo come il nostro, tosto, ignorante, che si vuole bene, è davvero troppo forte e io ne ho visti tanti in carriera”.
Il pareggio, proprio al 90′, ha portato la firma di Frisenna, a segno dalla distanza. Terza prodezza della stagione per il centrocampista. Un autentico eurogol, con una conclusione imprendibile per Paleari. “Giulio ha questi colpi, li prova spesso in allenamento. Ha un gran bel tiro, una bella castagna, posso assicurarlo”.
Grande carattere e qualità di gioco corale per un Messina che ha dominato nella ripresa. L’1-1, anzi, sarebbe dovuto arrivare ben prima dello scadere, tenendo conto della traversa colpita da Zunno e di un paio di altre situazioni. “Eravamo tutti sul pezzo, non è facile ricevere subito un’ammonizione e gestire gli interventi per 80 minuti come ha fatto Polito, invece andiamo avanti, forse perché la classifica non è quella di due mesi fa. Qui si vede la forza del gruppo. Ti concentri di più e avverti maggiori responsabilità per non lasciare la squadra in dieci”.
Guardando la classifica e i 40 punti messi in saccoccia, Fumagalli non cambia idea preferendo al momento non parlare di playoff: “Il primo obiettivo è la salvezza, vincendo Monopoli e Turris hanno alzato l’asticella. Servono 42 punti, una volta centrata la quota penseremo a regalare alla società, ai nostri tifosi e soprattutto a noi stessi qualcosa di impensabile ad inizio stagione, dato che l’obiettivo era una salvezza tranquilla, non sofferta come lo scorso anno”.
La nota dolente è legata ai rigori non concessi, due nella gara del “Vigorito”. Una lista che sta diventando sempre più lunga, basti pensare che il Messina non ottiene un penalty in casa da tre anni e ne ha visti assegnati complessivamente appena quattro (tutti in trasferta) nei tre campionati di C dell’era Sciotto. Giugliano, Crotone e Benevento, tutti episodi che gridano vendetta. Per l’estremo difensore giallorosso “gli arbitri si giocano tanto, qualcuno per essere promosso nella categoria superiore, ma anche noi ci giochiamo tanto sul campo e le società fanno sacrifici. Vedo che contro di noi gli arbitri hanno un po’ di prepotenza, quando ci confrontiamo hanno sempre la risposta secca e se non stai attento ti buttano fuori. Non capiscono che con il dialogo i giocatori ti ascoltano. Se l’arbitro viene da me a dirmi “Fumagalli, non perdere tempo, altrimenti ti ammonisco” allora ha ragione, ma se invece mi dice “Alla prossima ti butto fuori” allora non va bene. Se ti dò una mano nella gestione complessiva della partita allora la cosa deve essere reciproca”.
Rivedendo le immagini Fumagalli non si dà pace: “Sono episodi netti, si tratta di errori clamorosi. Contro il Crotone c’era l’arbitro Nicolini della sezione di Treviglio, il luogo dove sono nato io. Mi dicono sia alle ultime partite della carriera perché non è riuscito a fare il salto. Il fallo su Rosafio era impossibile da non vedere, aveva spostato la palla dall’altra parte. Anche il Benevento è una squadra forte che non aveva bisogno di favori. Noi siamo il Messina, con tutto il rispetto non la Gelbison o il Monterosi, abbiamo dietro un grande nome, non capisco perché vi sia questa paura nei nostri confronti di fischiare e in una scelta mezza e mezza decidano di lasciar andare”.