Il “Franco Scoglio” teatro di prodezze. Dal colpo dello scorpione di Plescia contro il Giugliano, al golaco da distanza siderale di Frisenna in versione Stankovic per lo spettacolare 3-2 alla Virtus Francavilla, fino alla splendida rovesciata di Zunno, di “zampagnana” memoria (Milan e Livorno ne sanno qualcosa), per il 2-2 col Picerno. Reti straordinarie già entrate di diritto nella storia del Messina, certamente tra le più belle siglate nell’impianto di contrada San Filippo.
È una squadra in fiducia, che fa punti e diverte, riuscendo sempre ad esprimere il proprio modo di fare calcio, anche su un terreno pesantissimo per la pioggia come in occasione del match di domenica, pur cambiando spesso gli interpreti. Basti pensare all’inedita linea difensiva con Polito e Dumbravanu chiamati ad agire al centro, dato il perdurante forfait di Pacciardi e lo stop di Manetta. Togliendo all’intervallo Luciani (dentro Ragusa) e dirottando Zunno nelle vesti di “falso nueve”, con Frisenna al posto di Firenze in mezzo al campo, Modica l’ha recuperata senza un centravanti vero, dovendo fare peraltro i conti con gli acciacchi di Plescia, entrato soltanto nei minuti finali.
Sotto 0-2 dopo i primi 45’, con l’imprendibile Santarcangelo protagonista per i lucani e Fumagalli (700 e non sentirle) decisivo tra i pali in un paio di circostanze, i giallorossi hanno totalmente cambiato volto nella ripresa. Il discusso gol annullato a Ragusa (che impatto sulla gara!), per una posizione di offside di Emmausso ritenuta attiva da arbitro e assistente, ha dato paradossalmente ulteriore carica. L’errore del portiere ospite Merelli, complici le avverse condizioni meteo, è stata la definitiva scintilla, con Emmausso che non si è fatto pregare su due volte, realizzando forse il più facile dei nove gol stagionali.
Numeri emblematici, da miglior marcatore del Messina, di un talento che ha svoltato da dicembre in poi dopo una prima fase vissuta tra luci, ombre e qualche rimbrotto. Il 2-2 in acrobazia di Zunno, bravissimo a staccarsi dagli avversari per effettuare la “chilena” sul traversone di Frisenna, ha mandato in visibilio il pubblico (poco) presente. L’ex piacentino è già a quota 4, tutti curiosamente festeggiati tra le mura amiche, segno evidente di come il nuovo modulo, il 4-2-3-1, abbia esaltato pienamente le caratteristiche di un giocatore imprevedibile in campo e di non troppe parole fuori.
Geometrie collaudate, qualità dei singoli e tanto, tantissimo, carattere. Nel girone d’andata il Messina aveva recuperato da situazione di svantaggio in trasferta contro Audace Cerignola (2-2), proprio Picerno (1-1) e Crotone (3-3). Al ritorno, sin qui, il pari (2-2) al fotofinish di Torre del Greco, con i peloritani due volte sotto e ora lo 0-2 casalingo, tramutato in 2-2, contro la squadra di Longo, confermatasi tra le più organizzate del raggruppamento meridionale a livello tattico. Franco e compagni, è noto, contro le big si esaltano. Chiedere per informazioni pure a Avellino (en plein di successi), Casertana (4 punti su 6) e Taranto, la cui unica sconfitta nelle ultime tredici è maturata in riva allo Stretto.
Grazie ai 17 punti collezionati in nove turni dopo il giro di boa il Messina marcia a tre sole lunghezze dal sogno playoff e con un rassicurante +8 sulla zona playout. Nel mirino c’è sempre una salvezza da mettere in cassaforte prima possibile, per centrare l’obiettivo stagionale con la massima tranquillità. In tal senso la sfida di sabato al “Fanuzzi” contro un Brindisi ultimo e in caduta libera (non vince dal 10 dicembre) fornisce un assist pressoché decisivo.