Una gioia incontenibile. Ben 122 giorni dopo, dall’1-0 al Giugliano alla rete al Sorrento, praticamente un girone. Vincenzo Plescia si è sbloccato e sente di essersi tolto un peso: “Ho vissuto questo digiuno come un’ossessione. Il gol per gli attaccanti è come il pane quotidiano, però sentivo nelle ultime partite sia ad Avellino che oggi che da lì a poco sarebbe arrivato e così è stato. Giocavo con la mente un po’ più serena, si è visto anche perché ho fatto delle buone prestazioni”.
Un gol sfiorato sia nel primo tempo che poi in avvio di ripresa, con il salvataggio di Blondett a negarglielo. La rete è arrivata su assist di uno scatenato Zunno ed è stata fondamentale per spezzare l’equilibrio dopo le tante occasioni non concretizzate dal Messina: “Anche nel primo tempo sembrava che il gol stesse arrivando. Nel secondo sul tiro di Nino Ragusa il portiere l’ha deviata, ho ritirato ed è stata messa fuori. Poi Marco è stato bravissimo a saltare due uomini, so sempre che quando arriva sul fondo la mette dietro, ho anticipato il movimento e ho fatto gol”.
La corsa irrefrenabile a bordocampo e un’esultanza del tutto particolare. “Avevo parlato col fisioterapista Calimeri dicendogli che se avessi segnato sarei andato dallo speaker Maira, prendendogli il microfono, a fare “gol gol gol”. È stata una scommessa con lui”.
Terza vittoria di fila, è un Messina che non si ferma più. “Come ho detto dopo la gara di Avellino è frutto del lavoro svolto con il mister nei mesi precedenti. Quando stavamo un po’ male a livello fisico e mentale c’era tutto il lavoro pronto a sbocciare a gennaio e febbraio e ora si vede tutto”.
“Non ricordo tiri in porta del Sorrento – conclude Plescia -. Forse uno da fuori area sul quale Ermanno è stato bravo come al solito. In noi è scattata quella scintilla che prima o poi doveva scattare, è stata la partita con la Casertana“.