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Bottari dopo l’addio all’Igea: “Limitato potere decisionale, gestione caotica”

Pubblichiamo la nota stampa diramata dall’ormai ex direttore generale della Nuova Igea Virtus Benedetto Bottari, che ha così illustrato il suo recente addio al club barcellonese: “Mi trovo costretto a replicare alle pesanti accuse mosse al sottoscritto, in particolare dal vice presidente Di Bartola, che ledono la mia professionalità e per le quali mi riserbo di adire le vie legali. Con la presente tengo inoltre a ripristinare la verità su quanto accaduto in questi mesi, che ha poi portato alle mie dimissioni irrevocabili, formalizzate lunedì scorso. Partiamo da quanto asserito dal presidente Italiano, quando parla di decisioni unicamente nelle mani di Ferrara e Bottari. Una ricostruzione non del tutto veritiera.

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Bottari, Ferrara e Pirelli con la Coppa Italia

Pesanti ingerenze, infatti, da parte di una società non rispettosa dei ruoli sono iniziate già durante la sessione di mercato estivo ad iniziare dalla querelle legata a qualche trattativa, che mentre stavamo valutando la chiusura ci è stata “imposta” dal presidente e ciò ha determinato un budget non adeguato per un attaccante affermato di serie D. Tra le tante ricordo la gravissima intromissione che ha portato, a mio avviso, all’esonero di Pasquale Ferrara avvenuta ai primi di settembre quando, con il mercato ancora aperto, di comune accordo con il tecnico e il ds Dall’Oglio avevo comunicato a Moi l’interruzione del rapporto per le incomprensioni caratteriali con il mister, lo zoccolo duro del gruppo e alcune problematiche di natura fisica.

Il ragazzo, dopo l’iniziale resistenza, stava trovando con il procuratore una soluzione in Eccellenza umbra, ma l’intervento a gamba tesa del vice presidente Di Bartola, proprio colui che martedì si è permesso di farmi la morale, ci ha impedito di procedere, in quanto a suo dire non avevamo l’alternativa pronta. Ricordo a tutti che lo scorso anno andò via Cirelli ai primi di settembre e il sottoscritto individuò Flores dopo tre settimane. In una situazione di mercato ormai sempre aperto non era certo un problema rimpiazzare Moi. Una scelta che ha scosso profondamente Ferrara a cui è stata tolta serenità, tant’è che lo stesso aveva ampiamente previsto il suo esonero. Lo stesso Di Bartola e il presidente Italiano, la sera della sconfitta di Licata, avevano chiuso a mia insaputa l’accordo con il nuovo tecnico Michele Campo e deciso di sollevare dall’incarico Ferrara.

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Il tecnico dell’Igea Virtus Francesco Di Gaetano

Decisione appresa soltanto il giorno dopo allo stadio e alla quale mi sono opposto in quanto mi sembrava “folle” almeno nei tempi. Ma anche questa volta ha prevalso la linea dirigenziale. Dopo l’esonero di Ferrara, ho contattato Sasà Marra, senza sapere che già mercoledì sera Italiano e Di Bartola avevano compiuto altre scelte. Un fatto di una gravità assoluta che portò al mio allontanamento. Saltato Campo per motivi lavorativi e approdato Marra a Lamezia Terme, la mia posizione è rientrata. A quel punto mi sono orientato su mister Di Gaetano, che alla vigilia di Sant’Agata stava per accettare l’incarico ma non aveva ancora sciolto ufficialmente la riserva. Nel mentre sempre, a mia totale insaputa, Di Bartola e Italiano stavano per scendere a Messina per firmare Ciccio Cozza. Soltanto grazie all’intervento del segretario Sorrenti sono stato avvisato. A quel punto ho impedito la chiusura dell’operazione e l’indomani Di Gaetano è arrivato a Barcellona.

Scelta che rifarei altre cento volte. Lo dico oggi dopo quattro sconfitte: il tempo sarà galantuomo con Di Gaetano che a Barcellona o altrove mostrerà il suo valore che già in gran parte anche i meno attenti e competenti sapranno leggere nella sua storia. Il mercato invernale è stato ancora più confusionario: Di Bartola trattava il ritorno di Idoyaga col suo procuratore e Italiano ha ingaggiato Ordonez e Toziano e deciso di farmelo comunicare dal mister. Domenica la ciliegina sulla torta dell’attaccante Dominique Malonga, il cui arrivo mi è stato preannunciato dal team manager Peppone Scuderi, poi saltato per l’opposizione del mister. Il sottoscritto ha soltanto portato, felicemente, a conclusione l’ingaggio di Claudio Calafiore.

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Il presidente Massimo Italiano e la vicepresidente Rosaria Torre (foto Paolo Furrer)

Debbo prendere atto insomma che il progetto Igea deve fare i conti con una gestione piuttosto “partecipata” e sicuramente singolare. Non entro nel merito delle questioni economiche che hanno portato all’uscita di scena estiva dell’ex presidente Stefano Barresi, ma certamente la sua è stata una gestione differente. Nessuno si permetteva di prendere iniziative e delegittimare l’operato di allenatore e direttore nè di andare a briglia sciolta e mancare di rispetto al sottoscritto. Esistevano soltanto la parola di Ferrara e Bottari. Ricordo una sola divergenza di vedute, tra l’altro rientrata in breve tempo, perchè Barresi antepose, correttamente, il bene del vessillo giallorosso al proprio orgoglio. Oggi, invece, registro purtroppo una grave anarchia.

Più volte si è sbagliato nei miei confronti, la misura era colma. Nessuno fuga, solo rifiuto di continuare in questo quadro dove le dimissioni erano l’unica scelta da compiere e piuttosto le considero, colpevolmente, tardive. Concludo dicendo che per ognuno di noi parla il suo vissuto. Ho scritto pagine di storia del calcio dilettantistico messinese, tra Milazzo, Gliaca di Piraino e Barcellona, vincendo nello stesso anno Coppa e Campionato grazie ad un gruppo di calciatori che porterò sempre nel mio cuore. Al netto delle evidenti divergenze, che hanno portato al mio passo indietro, non posso che ringraziare comunque la proprietà per i diciotto mesi trascorsi in un club glorioso, al quale auguro di salvare sul campo il patrimonio della quarta serie nazionale, e la tifoseria, che ha sempre sostenuto con passione la squadra e merita questi e altri palcoscenici. Grazie per l’attenzione”.

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