Con la vittoria della III Municipalità si è conclusa a Villa Dante la seconda edizione di “Giochi senza Quartiere”. Le squadre finaliste si sono sfidate in varie discipline: palla a scalpo, corsa al quadrato, corsa con i sacchi, tiro alla fune, freccette, basket – tiri da 3, calcio balilla, sitting volley, padel, scacchiera gigante e ancora tornei di bubble football, tennis e nuoto a staffetta.
La squadra della Terza Municipalità che ha totalizzato il punteggio più alto era composta da Rahman Mafijur Chakider Md Jibon, Jessica Morabito, Giada Boemi, Annamaria Centorrino, Giada Villari, Lorenzo La Rosa, Antonio Aricò, Mattia Strano, Giuseppe Carbonaro, Emanuele Galletta, Claudia Di Benedetto, Agostino Conigliello, Gregorio Ratti, Matteo Foti, Gabriella Calí e Marco Serranò e si è aggiudicata la coppa. Il trofeo, come da regolamento, sarà esposto per un anno nella sede istituzionale, presieduta da Alessandro Cacciotto, in via Suor Maria Giannetto a Camaro.
La scorsa edizione era stata vinta dalla II Municipalità. Tutti i quartieri sono stati premiati con targhe ricordo che sono state consegnate ai presidenti e ai rappresentanti circoscrizionali dai consiglieri comunali Raimondo Mortelliti e Raffaele Rinaldo, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione politiche giovanili. Tutti i partecipanti-atleti sono stati omaggiati di una medaglia che riportiva il messaggio “Tutti campioni per la voglia di mettersi in gioco”.
Soddisfatto l’assessore alle politiche giovanili Liana Cannata: “Siamo riusciti, grazie alla collaborazione dell’assessore Massimiliano Minutoli, di rappresentanti delle Municipalità, presidenti e consiglieri circoscrizionali e della Messina Social City a regalare all’intera città una domenica di festa. Non solo divertimento, in quanto abbiamo concretizzato lo spirito del progetto volto a far partecipare giovani, bambini e famiglie nelle piazze dei loro quartieri di residenza a momenti di socializzazione ma soprattutto d’inclusione sociale. Essere inclusi significa soprattutto sentirsi accolti. Una testimonianza è stata la partecipazione ai giochi di diversi minori stranieri ospiti delle case famiglia”.