L’attaccante del Messina Vincenzo Plescia è stato ospite di Rtp, nei rinnovati studi di “Antenna Giallorossa” all’indomani dell’acrobatico gol vittoria con il Giugliano. “Non faccio arti marziali. Semplicemente non potevo arrivarci di testa ma l’istinto dell’attaccante è di cercare la palla, come uno scorpione. Ero convinto di averla indirizzata verso la porta e speravo entrasse in rete e così è stato. Ho pensato subito di avere segnato un gran gol e ho festeggiato sotto la Curva Sud anche perché con l’Avellino non me l’ero goduta fino in fondo”.
Con gli irpini appena due reti, un bottino già migliorato in riva allo Stretto, anche perché la punta si è lasciata finalmente alle spalle i problemi fisici: “Ci tenevo ad avere rispetto di chi mi aveva voluto bene e quindi non ho esultato. C’è chi non ha apprezzato comunque ma io non mi sono pentito della mia scelta. Ad Avellino avevo firmato un triennale ma sono stato male, forse per via del Covid. A causa di un’infezione la febbre mi tornava ogni 20-25 giorni. Un medico poi mi ha curato e operato. Un periodo molto brutto che mi è servito per crescere”.
La filosofia di gioco del Messina aiuta gli attaccanti: “Modica non mi aveva mai allenato ma me ne avevano parlato bene. Fin dai primi giorni mi ha convinto a fare quello che chiedeva e piano piano ho acquisito fiducia. Vuole sempre attaccare la porta e proporre un gioco propositivo”. Tra le felici intuizioni del ds Roma non ci sono soltanto la punta e un Lia straripante in fase offensiva ma anche il sorprendente Frisenna: “Sono molto soddisfatto per questo inizio di stagione. In rosa ci sono tanti giovani e sono felice per loro. Giulio ha fatto una grande giocata, stoppando il pallone in avanti ed effettuando il cross con l’altro piede. È come se sapesse già che sarei andato lì”.
Per Plescia l’opportunità di tornare a segnare con continuità come riuscì con Roccella (9 gol nel 2017) e Vibonese (11 centri nel 2021): “La preparazione svolta con l’Avellino era differente ed ero 2-3 kg in più del mio peso forma. Con la dieta e il lavoro che ci fa fare il mister in settimana sono stato obbligato a scalare ancora. Credo di averne persi 9 e adesso sono a quota 83. In campo mi sento volare”. Di palermitani protagonisti a Messina ce ne sono stati tanti, dai bomber più amati a Parisi, Nicolò Napoli e Madonia. “Mi hanno riferito degli attaccanti Schillaci, Corona e Cocuzza”, ammette il 25enne.
Decisivo anche il feeling già instaurato con la piazza, impreziosito dalle tre reti casalinghe realizzate: “È la strada giusta. Mi sento come se fossi a casa e i tifosi sono già entrati nel mio cuore. Anche in trasferta si fanno sempre sentire, anche se si gioca in orari scomodi. Ci tengo a ringraziare loro per il supporto e il presidente Sciotto e il direttore Roma per l’occasione che mi hanno dato”.
La trattativa è durata poco, anche se il nome di Plescia è stato affiancato al Messina per settimane: “C’erano tante indiscrezioni ma io non ero mai stato contattato. L’Avellino mi aveva presentato ufficialmente e non mi voleva cedere fino al 20 agosto. A fine mese il direttore sportivo ha finalmente contattato il mio procuratore e io ho accettato subito, non ho mai rifiutato il Messina in precedenza”.
All’orizzonte la delicata trasferta con il Picerno: “Sono un’ottima squadra, sarà una gara difficile. Giocheremo a viso aperto ma dovremo stare attenti su quel campo. È in erba sintetica, piccolino, simile a Bisconte, l’opposto del “Franco Scoglio”. Il mio ex compagno Murano sta disputando un campionato incredibile, con otto gol in otto gare. Lia e Firenze faranno degli accertamenti, speriamo possano rientrare: sono due elementi indispensabili”.
L’ex Palermo e Gubbio ha commentato il momento di alcune big: “L’Avellino è una grandissima squadra e con Pazienza sta dando il meglio. Con la sintonia di gioco tra i ragazzi può ambire a traguardi importanti. Il Crotone ha fatto un passo indietro su Zauli: evidentemente i giocatori hanno pensato di non essere stati all’altezza e che il tecnico può ancora fare al caso loro”.