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Roma: “Per Plescia una liberazione dopo anni sofferti. L’Avellino una corazzata”

Il direttore sportivo del Messina Domenico Roma è intervenuto a “Contropiede”, la trasmissione sportiva di Tcf, commentando l’importante vittoria ottenuta domenica: “Nei primi 15′ abbiamo sofferto, l’Avellino è una corazzata per la categoria, avrebbe voluto fare nella sua testa ciò che è riuscito lo scorso anno al Catanzaro in campionato. Basta guardare i nomi, se sostituisci Patierno con Gori vuol dire che hai una squadra importante”. 

Avellino
I tifosi dell’Avellino a Messina

Dopo l’iniziale sofferenza, i giallorossi hanno legittimato il successo, limitando i rischi: “Dopo quel quarto d’ora abbiamo cominciato a giocare, prendendogli le misure e loro hanno cominciato ad andare in sofferenza, hanno avuto occasioni soltanto su palla inattiva. Non sono stati più pericolosi, anzi negli ultimi minuti abbiamo sbagliato alcune ripartenze e avremmo potuto ottenere un risultato più rotondo, a parte le altre occasioni come l’incrocio dei pali di Ferrara ed un’altra palla finita a lato di dieci centimetri con Manetta“.

Facendo tesoro del 3-3 contro la Turris, questa volta il Messina ha difeso con le unghie e con i denti il vantaggio. “Abbiamo fatto una gara differente, più consapevoli. Se non avessimo pareggiato con la Turris al 96′ questa partita con l’Avellino l’avremmo persa, perché dagli errori si impara. Ho visto determinazione fino alla fine, quella voglia di mettersi davanti alla palla”.

Modica e Roma
Il tecnico Giacomo Modica e il ds Domenico Roma (foto Andrea Rosito)

Plescia, con il gol partita, e Fumagalli, autore di due parate strepitose nel finale, gli assoluti protagonisti del match. La risposta di Ermanno alle critiche ricevute? È un sanguigno, vorrei farvi vedere come si allena a 41 anni tutti i giorni. Vincenzo è un ragazzo sereno, per certi versi introverso, sa quello che poteva essere e quello che può ancora diventare. Ha accettato Messina con umiltà incredibile, capisce che potrebbe essere un crocevia importante. È venuto qui, da un allenatore che lo può valorizzare e si è buttato a capofitto nel lavoro”.

Una rete liberatoria per l’attaccante del Messina, arrivato in estate proprio dall’Avellino: “Le lacrime dopo il gol? Arrivano dopo due anni di sofferenza, dipesi non soltanto da lui ma da varie vicissitudini fisiche e di scelte. In fondo è umano, essendo un ragazzo, ha 25 anni e grande voglia di dimostrare di volersi lasciare alle spalle quei due anni. Di lui si parlava di bomber del futuro, comprato dall’Empoli. A volte questi ragazzi vengono massacrati senza sapere cosa c’è dietro e cosa hanno sofferto“. 

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