A Torbole sul Garda, in provincia di Trento, Matteo Landi ha iniziato a prendere confidenza con la classe IQfoil, nuova specialità sulla tavola da windsurf particolarmente di moda tra i giovani, che sembra destinata a soppiantare negli anni futuri il classico slalom. Il giovane portacolori del Windsurf Club Messina ha partecipato alla seconda tappa della Coppa Italia senza grosse aspettative in termini di risultati perché era il suo esordio ma soprattutto un test utile per saggiare quella che dal 2024 diventerà la sua unica disciplina.
Al rientro nella città dello Stretto è lo stesso Landi a spiegarci la scelta: “Ho deciso di entrare nella classe IQFoil junior&jouth (Innovation Quality) perché nello Slalom i giovani sono veramente pochi e ormai è una disciplina che si sta ridimensionando. Nelle regate si fa esperienza quando ci sono almeno 50 partecipanti. Adesso tutto cambierà: dai percorsi all’attrezzatura, al notevole numero di partecipanti”.
“La classe IQ Foil esiste da circa tre anni ma ha già raggiunto un importante numero di iscritti – prosegue Landi –. Tre settimane fa l’Europeo a Torbole contava 422 surfer provenienti da 36 nazioni, numeri mai raggiunti nelle competizioni giovanili della International Funboard Class Association (IFCA)”.
La nuova disciplina velica si diffonde a grande velocità: “Anche per ragioni di comodità perché nella IQFoil si può utilizzare un solo rig di vela, una tavola e un foil anziché più vele e tavole a seconda delle diverse velocità del vento. Aspetto che ha anche i suoi vantaggi dal punto di vista economico, oltre che della versatilità. Poi parliamo della classe che parteciperà alle prossime Olimpiadi giovanili, che sogno di raggiungere”.
La tre giorni di prove della tappa di Coppa Italia sul lago di Torbole sul Garda è stata molto positiva: “Soprattutto perché sul furgone c’era più spazio per dormire… A parte gli scherzi con questa regata ho scoperto il concetto di squadra nel windsurf: allenarsi in gruppo con l’allenatore che ti corregge dal gommone, che prepara le partenze e i “mini” campi di regata. Inoltre la durata delle prove è maggiore a causa della grandezza dei percorsi: si resta in acqua anche più di quattro ore”.
Landi ci ha illustrato anche passaggi molto tecnici: “Dai 6 ai 15 nodi si gareggia in Slalom: partenza al traverso, si stramba una boa e si scende di poppa, poi si lascia una boa a destra o a sinistra, dipende da come viene montato il campo. Quindi si fanno due bordi al traverso con strambata e poi si taglia l’arrivo. Sopra i 15 nodi viene montato invece un campo a bastone o triangolo, che prevede una partenza di bolina, l’arrivo in cima al percorso con un giro di boa. Poi si scende direttamente di poppa, si arriva ad un’altra boa e si scende fino all’arrivo di traverso”.