La conferenza stampa di presentazione del tecnico Giacomo Modica e del direttore sportivo Domenico Roma ha dato l’opportunità al presidente Pietro Sciotto di fare chiarezza sul mancato passaggio di mano estivo: “Ci siamo lasciati il 16 maggio, quando avevo manifestato la mia stanchezza e l’intenzione di vendere. Resto disposto a farlo. Dissi che non avrei iscritto la squadra al campionato ma nessuno si è presentato con i soldi per acquistare il Messina”.
Da qui l’ennesimo dietrofront, per non dilapidare sei anni di investimenti: “Sono stati giorni angoscianti. Avviare il ciclo sette anni fa e chiuderlo così sarebbe stata una sconfitta che non avrei potuto digerire. Ho fatto sacrifici immensi ma il calcio non è una scienza esatta. Non ho parlato mentre Mannino ha fatto teatro e spettacolo per due mesi”.
Il massimo dirigente non ha gradito la sovraesposizione mediatica del potenziale acquirente: “A dicembre ha fatto un’offerta in virtù della quale dovevo versare io un milione a lui e non viceversa. Ad aprile mi hanno proposto di pagare i debiti fino al 30 giugno e di cedere la società “vergine”. Ma la società è sanissima, tra le più virtuose della C e non ci sono affatto 2,8 milioni di passivo”.
Sciotto ha ribadito che il passaggio di consegne non si è concretizzato per la mancanza di garanzie bancarie richieste al potenziale acquirente: “Ho chiesto una fideiussione e non l’ho ottenuta. Le parole purtroppo non bastano. Dopo avere iscritto il Messina ho chiesto via Pec se era ancora interessato. Lui si è detto disponibile ma è andato dai tifosi. Un imprenditore serio e corretto viene dal padrone, acquista e dopo parla con la città”.
Sciotto non ha mai risposto all’ultima proposta ufficiale di Mannino: “Dopo che ho investito un milione per l’iscrizione mi hanno offerto un milione in meno rispetto ad un mese prima. Sono disponibile ad un dibattito pubblico, possiamo confrontarci senza problemi con le carte in mano. Ha preso in giro me, gli sportivi e la stampa. Se ha i tre milioni che aveva prospettato nelle dichiarazioni stampi me li porti e definiamo domani stesso mentre tutti i debiti precedenti li onorerò io”.
Per il massimo dirigente non c’è alcuna ipervalutazione del club: “La Triestina, che si è salvata ai playout all’ultimo minuto, è stata venduta per 7 milioni di euro. Ho rispettato tutte le scadenze federali mentre lo Stato ha bloccato i contributi dei dipendenti per tutto il 2022. Ci sono le rateizzazioni fiscali legate al Covid, che pesano per 520mila euro. Sono rimaste alcune pendenze con i fornitori ma non abbiamo i pignoramenti subiti dai Messina precedenti. Merito rispetto”.
Infine un riferimento all’ex presidente del Fc, intervenuto ai microfoni di Sky: “Pietro Franza dice che è disponibile a contribuire ma soltanto se ci sono arabi o altri investitori. Io gli chiedo di farlo anche al nostro fianco. La famiglia Franza ha portato il Messina al settimo posto in serie A. Hanno fatto qualcosa di straordinario, centrando un traguardo irripetibile. Spero che adesso possa venirci incontro, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.