Importante riconoscimento per Ezio Raciti in occasione della 63^ edizione dei Premi dell’Anno dell’Ussi Sicilia. Nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, a Palermo, intitolata al ricordo di Piersanti Mattarella, il tecnico del Messina è stato insignito del premio “Di Bella”. L’impresa salvezza, compiuta per il secondo anno consecutivo alla guida dei giallorossi, la terza in carriera considerando anche l’esperienza al Siracusa, gli è valsa un premio dal valore speciale: “Questo è un riconoscimento molto prestigioso perché deciso dagli addetti ai lavori, i giornalisti sportivi, inoltre ricorda un grande tecnico come Carmelo Di Bella. Mi sento orgoglioso di aver ricevuto questo premio”.
L’1-0 sulla Gelbison ha significato la permanenza in Serie C dopo un campionato soffertissimo, nel quale il mister etneo ha ereditato la squadra all’ultimo posto in classifica, coronando la grande rincorsa con il successo nei playout a spese dei cilentani: “Non basta una settimana per far passare queste emozioni, me le porterò dentro per tutta la vita, è stato un risultato ottenuto dopo tanti sacrifici”.
Raciti l’uomo delle missioni impossibili. Quale la ricetta per ottenere questi risultati? “Bisogna soprattutto valorizzare gli aspetti positivi che ci sono nelle squadre, perché quelli ci sono pure quando le cose vanno male, cercando di sistemare il più possibile le cose negative e dando serenità. In quei casi l’autostima dei giocatori è bassa e serve toccare le corde giuste. Molti sono sensibili, a volte si portano dietro un nomea sbagliata, invece sono ragazzi come tutti gli altri che incontriamo giornalmente per strada”.
Fumagalli lo ha definito sui social un secondo padre: “Il rapporto con lui, così come con gli altri, è stato speciale. Con Ermanno ancora di più, come con Ragusa e qualche altro. Secondo me è necessario che all’interno dello spogliatoio l’allenatore instauri un rapporto di stima reciproca. A volte entri negli spogliatoi e qualche allenatore cerca invece di incutere timore, io ho la mia teoria. Il mio modo di pensare è avere rispetto reciproco, fino ad oggi mi sono sempre trovato bene così”.
Quale l’immagine simbolo della stagione? “La corsa di Nino Ragusa sotto la tribuna dopo il gol alla Gelbison nei playout. Un messinese che per il secondo anno consecutivo salva il Messina, dopo che ci era riuscito Peppe Rizzo nella scorsa stagione. È stata un’immagine emblematica”.
Il futuro del Messina e di Raciti è adesso tutto da definire, con il presidente Pietro Sciotto che ha ufficialmente annunciato il disimpegno mettendo in vendita il club. L’augurio del tecnico: “Naturalmente auguro al Messina di trovare o di mantenere una società. Leggo che vorrebbero trovare una società forte e penso che quella del dottor Sciotto è stata finora forte, considerato che nei sei anni in cui è stato al timone della squadra ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Auguro al Messina di continuare con una società importante, che sia con l’attuale o un’altra, ma credo che alla fine rimarrà Pietro Sciotto”.