La Fortitudo Messina è uscita sconfitta dal secondo confronto del PalaMili, perdendo la finale playoff. L’allenatore neroverde Claudio Cavalieri ha analizzato con attenzione e a mente fredda l’incontro e dato uno sguardo complessivo ad una stagione certamente positiva per la propria squadra. “Meriti alla Basket School, sono stati più cinici, in alcuni momenti non siamo riusciti a contenere Di Dio. Complimenti ai giocatori e a Pippo Sidoti per la bellissima finale che hanno giocato. È stata promossa una società nella quale ha giocato anche il nostro ex compagno Haitem Fathallah, lui ne sarà davvero felice”.
L’ex cestista ha analizzato l’andamento dei playoff: “Noi dobbiamo ancora crescere sotto tanti punti di vista, io come allenatore e i ragazzi come giocatori. In queste partite conta l’esperienza, mi sarebbe piaciuto vedere più collaborazione arbitrale, confronto e coerenza, elementi che avrebbero aiutato a gestire meglio la gara. Abbiamo avuto grossissime difficoltà nel comprendere il metro arbitrale e purtroppo la giovane età non ci ha aiutato. Eravamo reduci da una finale contro Barcellona nella quale sono stati chiamati oltre 70 falli mentre nelle due ultime due gare le chiamate sono cambiate da una partita all’altra, anzi da un quarto all’altro”.
I ringraziamenti al proprio gruppo sono d’obbligo, a conferma di quanto fatto vedere sul campo da una squadra giovane. “Possiamo iniziare anche noi i festeggiamenti, non dobbiamo essere tristi. Molti in estate ci davano per spacciati ma abbiamo visto crescere Mollica e Cavalieri, due talenti messinesi, oltre i ragazzi del 2005, 2004, 2003, 2002 e abbiamo visto tre giovani “veterani” essere parte integrante della crescita. Abbiamo perso giocatori fondamentali per motivi personali o fisici ma non ci siamo pianti addosso. La nostra annata sarà ricordata negli annali perché eravamo un branco di sconosciuti che sono diventati temibili e a tratti imprendibili per poi cadere sul più bello. Ma lo sport è anche questo, le finali le perde soltanto chi le gioca. Sono molto fiducioso sul futuro dei ragazzi: sono partiti senza proclami, ora avranno tante richieste e questo mi rende orgoglioso a conferma di ciò che abbiamo pianificato”.
In conclusione l’allenatore evidenzia il lavoro di tutti i suoi collaboratori: “A fine anno voglio dire grazie a Simone. Avermi come padre e come coach non era facile ma lui con la sua educazione, timidezza e grande forza ha dimostrato a tutti quanto vale e quanto può fare in futuro se ci metterà la giusta ossessione e passione. Ringrazio i miei genitori, Giuseppe Merrino che mi è sempre stato vicino e non mi ha mai lasciato e spero non lo faccia mai: una persona eccezionale. Un grazie speciale al dottore Merrino, Piero Mento che è stato fondamentale, Umberto Giovani, preciso ed encomiabile, Pinuccia Oppedisano, Fabio Marinaro, Davide Deodati, Chiara Mento e il prof. Longo, con cui stiamo crescendo insieme. Grazie al mio “assistente” Stefano Marisi. Un pensiero pubblico lo dedico al mio formatore Antonio Bocchino, con il quale ho frequentato due corsi, che mi ha affiancato un tutor eccezionale come coach Anselmo“.
In ottica futura il coach scommette ancora sulla sua compagine: “La Fortitudo rappresenta un vero miracolo sportivo, una società fatta di sacrifici, che ha disputato una stagione straordinaria. Ci prenderemo un po’ di riposo e poi risaliremo su questa giostra chiamata pallacanestro, che per noi è una vera e propria malattia”.