Lo aveva promesso il giorno che è tornato a Milazzo un anno e mezzo fa e adesso la promessa è stata mantenuta. Per Antonio Venuto la salvezza rappresenta qualcosa di più importante, l’ennesimo capitolo di una storia d’amore che dura da parecchi anni e che non è cambiata né con il passare del tempo né con il mutamento degli obiettivi.
La sconfitta interna con il Comiso nel sabato pre-pasquale non ha scalfito la gioia per quanto ottenuto, anche perché nel pre-partita c’è stato il riconoscimento per le 150 panchine in rossoblù, giusto per aggiungere un altro po’ di emozione ad una giornata già particolare. Il tecnico ha risposto presente quando il Milazzo annaspava in Promozione: è bastata una telefonata per riaccendere l’entusiasmo e la voglia di allenare, poi il ripescaggio in Eccellenza a poche settimane dall’inizio di uno dei campionati più competitivi degli ultimi anni, i mesi di assestamento fino a dicembre quando la squadra ha iniziato a prendere una certa fisionomia, togliendosi anche qualche soddisfazione.
Milazzo merita di più che un campionato di sopravvivenza in questa categoria: lo sanno Venuto, la dirigenza e anche i tifosi, lo sanno insomma tutti quelli che si sono fatti in quattro, remando dalla stessa parte, senza battere ciglio. Da qualche parte, però, bisogna pur iniziare e così per il tecnico la salvezza deve rappresentare il primo mattone per un futuro degno del passato.
“È stata una bella emozione, dopo un’annata complicata – ammette Venuto -. Quest’anno ci siamo ritrovati ad affrontare un campionato tosto, molto più duro degli ultimi anni, e lo abbiamo fatto dovendo trovare al tempo stesso una fisionomia di squadra e delle relative certezze. Non è stato semplice, ma i ragazzi mi hanno seguito e hanno capito l’importanza della stagione. Va ringraziata la società, che ha fatto degli sforzi enormi per non farci mancare nulla: è stata encomiabile. Così come lo sono stati i tifosi, che ci sono sempre stati vicini, hanno sostenuto me e i ragazzi e siamo contenti di questo. Tutti noi sappiamo che non può essere la salvezza in Eccellenza la dimensione per Milazzo e il Milazzo, ma questo obiettivo può essere il primo tassello per creare un futuro degno della storia rossoblù”.
150 panchine con il Milazzo sono tante ma su quale sia stata quella più bella Venuto non nutre molti dubbi: “Sicuramente quella di Avellino nel 2010, vincere in uno stadio e in un palcoscenico importante come il “Partenio” una partita così determinante per la corsa promozione tra i professionisti, credo che rappresenti un ricordo indelebile nella memoria di tutti gli sportivi milazzesi. Da un punto di vista emotivo anche alcune partite quest’anno sono state molto significative: mi viene in mente la rocambolesca vittoria di Palazzolo poche settimane fa, ma anche l’incredibile vittoria contro il Città di Taormina ottenuta in nove contro undici e la rimonta con la Leonzio da 0-2 a 4-2”.
Il futuro di Venuto in panchina sarà soltanto a tinte rossoblù: “Dopo le esperienze di Messina e Palmi avevo pensato di non allenare più, il Milazzo ha riacceso la scintilla. Mi piangeva il cuore nel vederlo in Promozione, mi hanno chiesto una mano d’aiuto e ho risposto presente e così sarà per sempre. Se il Milazzo avrà ancora bisogno di me io ci sarò sempre: però certe cose devono essere valutate dalla società, che dovrà farsi un’opinione in piena libertà”.